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Cronaca

Russia-Ucraina, pericolosa escalation: Biden dice si alle mine antiuomo

Il presidente uscente degli Stati Uniti ha autorizzato la fornitura di mine antiuomo all’Ucraina per fermare l’avanzata della Russia nel Donbass e nella regione di Kursk

Le mine antiuomo sono dispositivi contenenti esplosivo, il cui meccanismo di detonazione si attiva per vicinanza o contatto con un qualsiasi individuo. Sono munizioni progettate per esplodere alla presenza, in prossimità o contatto di una persona o di un veicolo e la loro esplosione produce effetti devastanti sulle vittime, senza alcuna distinzione tra civili, personale umanitario e soldati. Soprattutto restano una minaccia costante anche quando le operazioni belligeranti sono terminate perchè nascoste e quindi poco visibili alle persone civili.

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La guerra in Ucraina ha compiuto proprio ieri i mille giorni di battaglie. Era il 24 febbraio 2022 quando l’Europa si è svegliata sotto l’attacco della Russia e con le truppe dell’Armata rossa che invadevano il territorio ucraino. All’orizzonte non s’intravedono segnali distensivi, ora si ripone molta speranza nell’insediamento di Donald Trump alla Casa Bianca, il quale, in sede di campagna elettorale, ha sempre ripetuto che se fosse stato eletto lui avrebbe saputo come far tacere le armi tra Ucraina e Russia.

Una guerra alle porte di casa

Una guerra alle porte di casa e di cui non si intravede una fine o perlomeno uno stop per iniziare veri negoziati di pace, ma che nel frattempo, in più di 30 mesi di battaglia, ha lasciato sul campo circa 719.240 soldati russi uccisi o feriti secondo fonti ucraine e circa 80mila soldati di Kiev morti in battaglia oltre circa 400mila quelli feriti, secondo fonti occidentali. Con l’esercito russo oramai stabilmente nel Dombass, Mosca urla nuove minacce nucleari e bombarda l’intera Ucraina, mentre Kiev lancia i primi missili occidentali nelle profondità territoriali del nemico. Insomma se non è un escalation questa ci andiamo molto vicini.

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L’elezione di Trump alle recenti presidenziali rappresenta probabilmente l’ultima speranza che possa accadere qualcosa sul piano diplomatico, vista la campagna elettorale del tycoon americano improntata sul fronte estero sulla convinzione che un tavolo delle trattative sia ancora possibile. Intanto il presidente uscente Joe Biden prosegue invece nella politica di rifornire di armi l’esercito ucraino nel tentativo di contrastare l’avanzata russa.

Una decisione pericolosa

Il presidente americano, che il prossimo 20 gennaio lascerà definitivamente la Casa Bianca, sembra nelle ultime ore muoversi per effettuare le ultime mosse tattiche in favore dell’Ucraina e dopo aver dato il via libera all’esercito di Zelensky all’utilizzo di missili a lungo raggio per colpire la Russia sul proprio territorio, oggi ha preso un’altra importante decisione che potrebbe avere effetti ancora più devastanti sul futuro della guerra. Biden, infatti, ribaltando la sua stessa politica del giugno 2022, quando aveva promesso di limitarne l’uso a livello mondiale, ha autorizzato l’invio di mine anti-uomo a Kyiv. Secondo quanto riportato dal noto quotidiano americano Washington Post, si tratterebbe di “mine antiuomo non persistenti”, cioè dotate di un dispositivo di autodistruzione o auto-disattivazione per rafforzare le difese ucraine contro l’invasione russa.

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Gli Stati Uniti e la Russia non hanno mai firmato la Convenzione di Ottawa del 1997 (di cui l’Italia fa parte insieme ad altri 163 Paesi, compresa l’Ucraina), che vieta l’uso, lo stoccaggio, la produzione e la vendita delle mine antiuomo. Ma poi Obama, una volta diventato presidente degli Stati Uniti, con una decisione a sorpresa mise in atto la convenzione impedendo di fatto l’export di questo genere di ordigni Usa nel resto del mondo. Fu Trump nel 2020, nel corso del suo primo mandato, a rimettere tutto in discussione sottolineando l’importanza strategica di questi micidiali strumenti di guerra per gli USA. Decisione avversata dall’attuale presidente uscente Biden in sede di campagna elettorale proprio nelle elezioni contro il magnate newyorkese. ma ora tutto viene ancora una volta ribaltato e, la decisione di oggi, arriva in un momento dove la tensione tra le parti in causa sta salendo in maniera vertiginosa.

Mauro Simoncelli

Romano di nascita, giornalista, scrittore, appassionato di sport e non solo. Mi piace informarmi e informare su tutto ciò che accade intorno a noi. Da sempre collaboro con giornali e tv e mi arricchisco attraverso il contatto quotidiano della radio. Oggi scelgo l’informazione quotidiana a tutto campo con passione e determinazione.