I due fratelli sono identici e i giudici, non riuscendo a stabilire con certezza quale dei due sia l’autore del reato, sono costretti ad assolverli entrambi.
Assoluzione per non aver commesso il fatto. Nonostante diverse procure del nord Italia attribuiscano loro oltre 100 furti, l’ultimo processo che ha visto protagonisti i fratelli Eduard e Edmond Trushi si è concluso allo stesso modo dei precedenti, con l’impunità di quelli che ormai in molti chiamano i “gemelli Lupin”.
I giudici non riescono ad incastrare Eduard ed Edmond perché i due sono gemelli omozigoti, identici in tutto e per tutto anche dal punto di vista genetico, ed è estremamente arduo stabilire con assoluta certezza quale dei due sia l’autore dei reati di volta in volta contestati.
Anche le analisi delle tracce di dna rinvenute sui luoghi delle rapine, non sono state risolutive dato che le differenze nel patrimonio genetico dei due sono talmente minime, che con i mezzi a disposizione dei tribunali è praticamente impossibile rilevarle.
Le scorribande dei due fratelli, entrambi residenti in provincia di Mantova, proseguono da tempo soprattutto nel Nordest, anche se non sono mancate alcune “trasferte” nelle Marche e in Toscana. Nel 2015 la procura di Cuneo ha sequestrato loro 24mila euro in contanti, cinque Rolex in oro, diamanti e altri preziosi per un valore complessivo di circa 300mila euro, ma anche in quel caso non fu possibile condannare nessuno dei due.
“Ben tre procedimenti penali pendenti si sono trasformati in altrettante assoluzioni per lo stesso motivo” spiega l’avvocato difensore di Eduard Trushi, che sottolinea: “Le indagini basate esclusivamente sul Dna con i fratelli Trushi non portano da nessuna parte, perché non c’è modo di determinare oltre ogni ragionevole dubbio che si tratti dell’uno o dell’altro”.