Si è conclusa con un’altra fumata nera la seconda giornata di votazioni per il Quirinale.
Al momento non c’è ancora nessun accordo tra i partiti e prima di conoscere il nome del prossimo presidente della Repubblica bisognerà pazientare ancora.
- Il VOTO
Nessun quorum è stato raggiunto nella chiama per l’elezione del tredicesimo presidente della Repubblica: lo scrutinio di ieri aveva avuto un esito di 672 schede bianche (su 1008), quello di oggi di 527 schede bianche (su 1009) ma sono aumentate le “schede-segnate” (39 voti a Mattarella, 40 voti a Maddalena, 18 voti a Tondo, 17 a Cassinelli, 14 a Rosato, 12 a Bossi).
- LA ROSA DEI NOMI
Dopo i primi incontri interlocutori dei partiti, il centrodestra ha presentato una rosa di tre nomi quali Marcello Pera, Carlo Nordio, Letizia Moratti non accolti da Pd, Movimento 5 stelle e Leu che hanno ribadito la necessità di un nome super partes: “pur rispettando le legittime scelte del centrodestra” – si legge in una nota congiunta dei tre rappresentanti politici – “non riteniamo che su quei nomi possa svilupparsi quella larga condivisione in questo momento necessaria”.
Nessuna rosa di nomi è stata contrapposta dalle forze di centrosinistra che hanno invece proposto un incontro nella giornata di domani: sia Conte che Letta hanno detto no ai tatticismi: “serve un dialogo con il centrodestra per una soluzione condivisa”.
- LA TERZA CHIAMA
La partita per il Colle continua domani, mercoledì 26 gennaio, con seduta anticipata alle ore 11, e sempre con un quorum dei 2/3: lo scenario potrebbe essere quello di un nome votato dal centrodestra per verificare la tenuta della coalizione (dopo il nulla di fatto sul nome di Berlusconi).
Il nome su cui potrebbero convergere è quello di Maria Elisabetta Alberti Casellati, attuale presidente del Senato, capace di rompere il muro (poco granitico) del Movimento 5 stelle, ipotesi che però metterebbe a rischio la tenuta del governo.
- IPOTESI DRAGHI AL QUIRINALE
Ma le forze politiche vogliono rischiare di tornare ad elezioni prima del 2023?
Altro nodo da sciogliere, insieme al nome per il presidente della Repubblica, è quello sul futuro presidente del Consiglio se dovesse prevalere l’ipotesi che vede Mario Draghi come prossimo capo dello Stato.
- GLI ALTRI NOMI IN CAMPO
Sempre nella giornata di oggi sono circolati anche i nomi di Franco Frattini (alto profilo, ma probabilmente irricevibile dal centrosinistra) e Pier Ferdinando Casini se è attendibile la dichiarazione di Matteo Salvini su Draghi “è a Chigi e lavora bene a Chigi. Conto di chiudere la partita per il Quirinale questa settimana perché il governo deve correre”.