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Cronaca

La Cassazione dà ragione agli automobilisti: le multe degli autovelox sono illegittime

Una sentenza di uno degli organi della magistratura italiana ha definitivamente stabilito i parametri secondo i quali sono regolari le sanzioni rilevate con i dispostivi elettronici

E’ stato appena pubblicato in Gazzetta Ufficiale e quindi diventato operativo sulle strade che il nuovo Codice della strada potrebbe perdere di efficacia in alcune sue grandi novità. Infatti alcune delle nuove regole fortemente volute dal Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, Matteo Salvini, potrebbero rivelarsi non applicabili. In particolare a essere sotto la lente d’ingrandimento sono quelle relative all’utilizzo degli autovelox da parte dei Comuni che devono essere stati omologati secondo precisi parametri uguali per tutti.

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La riforma del Codice della strada ha introdotto e modificato numerose norme relative all’installazione e all’utilizzo di autovelox. Con la riforma, aumentano i “paletti” imposti su posizionamento e taratura degli apparati elettronici per il rilevamento della velocità, che secondo la nuova legge saranno ammessi solo su strade extraurbane dove il limite di velocità è inferiore a non più di 20 km/h rispetto al limite previsto per quella tipologia di strada.

Caos rilevatori automatici di velocità

Sono probabilmente le multe più odiate dagli automobilisti perchè, almeno fino a qualche tempo fa, venivano rilevate in maniera subdola, senza nessun cartello di preavviso o con postazioni il più delle volte addirittura “nascoste”. L’eccesso di velocità resta però una delle cause principali di alcuni degli incidenti più gravi che accadono sulle strade italiane, soprattutto se provocate poi da automobilisti che si mettono alla guida in stato d’ebbrezza o sotto l’effetto di sostanze stupefacenti. Da poche settimane è entrato in vigore il nuovo Codice della strada, la riscrittura di alcune delle regole più importanti che riguardano la guida, vero cavallo di battaglia dal giorno del suo insediamento a Montecitorio da parte del Ministro Salvini.

Caos rilevatori automatici di velocità – Abruzzocityrumors.it

Tra le tante riforme introdotte dal nuovo testo, c’è anche quella riguardante l’utilizzo degli autovelox da parte dei comuni italiani. Ad esempio all’interno dei centri urbani il limite minimo di velocità rilevabile tramite apparecchiature di controllo elettronico, non accompagnate da una pattuglia della polizia, è pari a 50 chilometri orari, rendendo a tutti gli effetti impossibile verificare tramite autovelox fissi il rispetto delle cosiddette Zone 30, presenti in alcune città. Inoltre sulle strade extraurbane, i dispositivi di controllo elettronico della velocità sono ora installabili solamente nel caso in cui il limite di velocità non risulti inferiore a più di 20 km/h rispetto a quello previsto dal Codice per quel tipo di strada.

Multe dichiarate illegittime

Ma cosa accadrà a tutte quelle migliaia di automobilisti che sono stati raggiunti in questi ultimi mesi dalle notifiche di verbali per eccesso di velocità rilevata tramite gli autovelox? Una sentenza dell’aprile scorso della Cassazione si era occupata della validazione giuridica degli autovelox, con un interessante verdetto in cui ha evidenziato una distinzione fondamentale tra dispositivi “approvati” e “omologati”. La questione sembra di lana caprina, ma potrebbe creare un problema enorme innanzitutto per il funzionamento degli stessi apparati elettronici e poi per le casse dei comuni interessati che si vedrebbero così privati di ingenti introiti che avevano già messo a bilancio.

Multe dichiarate illegittime – Abruzzocityrumors.it

La legge italiana su questo argomento è precisa e distingue chiaramente tra “approvazione eomologazione” degli apparecchi utilizzati per monitorare la velocità. Questa differenza non è solo sull’origine e il significato delle parole, ma ha soprattutto implicazioni dirette sulla validità delle multe per eccesso di velocità. Di conseguenza gli automobilisti che ricevono multe da dispositivi non omologati hanno la possibilità di contestare le sanzioni. La legge prevede che il ricorso debba essere presentato entro 60 giorni dalla notifica della multa davanti al Prefetto, o entro 30 giorni davanti al giudice di pace. Ma il problema più grande resta anche quello delle casse dei comuni interessati che, prima di tutto, devono fare i conti con il mancato incasso delle multe stesse, e poi ancora con il problema della sistemazione gli autovelox incriminati per non incorrere quindi nei ricorsi. A sette mesi dalla sentenza della Cassazione, infatti, ancora non sono stati fissati i parametri che li renderebbero automaticamente omologati.

Mauro Simoncelli

Romano di nascita, giornalista, scrittore, appassionato di sport e non solo. Mi piace informarmi e informare su tutto ciò che accade intorno a noi. Da sempre collaboro con giornali e tv e mi arricchisco attraverso il contatto quotidiano della radio. Oggi scelgo l’informazione quotidiana a tutto campo con passione e determinazione.