Uno studio ha evidenziato come uno degli alimenti più amati può allontanare una grave malattia. Samantha Biale in esclusiva ai nostri microfoni: “Ecco le criticità della ricerca”
Dal Giappone arriva uno studio che potrebbe cambiare la visione della carne rossa. Da tempo questo alimento è stato demonizzato perché portatore di gravi malattie. Ora questa ricerca sembra smentire tutto e parlare addirittura di una protezione al colon. Sarà vero? Noi lo abbiamo chiesto in esclusiva alla nutrizionista oltre che prima diet coach italiana Samantha Biale: “La notizia si riferisce a uno studio effettuato sui topi e, come tale, va preso. Occorreranno anni di approfondimenti scientifici sugli esseri umani per dimostrare l’eventuale attendibilità della tesi sostenuta. Nessun entusiasmo, dunque: a oggi, rimane valida l’attuale raccomandazione dell’OMS di limitare al minimo la carne rossa e, soprattutto, le carni lavorate (insaccati & Co.), per i quali è emersa una effettiva correlazione con il rischio di sviluppare il cancro”.
“A portare a tale conclusione è stata un’approfondita revisione di oltre 800 studi epidemiologici, condotta dagli scienziati dell’International Agency for Research on Cancer (IARC) – spiega ai nostri microfoni Samantha Biale – Solo percorrendo questa strada, si può ottenere una verità scientifica. Per quanto riguarda insaccati, affettati, salsicce e wurstel contenenti i nitrati (additivi impiegati per scongiurare il botulino e per mantenere il colore rosso delle carni), da anni è stato ampiamente dimostrato che, sono associati ad aumento del rischio dei tumori gastroenterici. Nello specifico, i nitrati diventano pericolosi quando, nell’intestino e durante la cottura, si trasformano in nitrosammine: in questa forma sono in grado di provocare danni al DNA, innescando mutazioni che possono favorire la comparsa di tumori”.
“La questione più importante riguarda non solo la moderazione nella quantità – continua la dottoressa Biale – ma piuttosto l’attenta scelta della materia prima. Parlare generalmente di benefici o danni provocati da carne o salumi, senza entrare nel merito della qualità ha poco senso. Il mercato, oggi, ci offre prodotti con prezzi oggettivamente incompatibili con la qualità che, a mio modo di vedere, dovremmo evitare come la peste! Se un petto di pollo è venduto a cinque euro al chilo, all’origine quanto è costato?! E’ impensabile che il povero animale abbia avuto una crescita fisiologica e sana. La morale? Mangiamo meno, ma compriamo carne ottima, tanto meglio se grass feed“.
“Un discorso a parte meritano, invece, i latticini, il cui consumo è inserito tra le abitudini che risultano protettive nei confronti del tempore al colon-retto, insieme ai cereali integrali e alimenti ricchi di fibre come frutta e verdura. La ragione potrebbe risiedere nell’apporto di calcio, in grado di legare i fattori infiammatori degli acidi biliari e di ridurre la divisione delle cellule. La conferma arriva da un centinaio studi internazionali su oltre 29 milioni di persone, raccolti dal World Cancer Research Fund. Morale? I cibo è un nostro prezioso alleato. Mangiamo tutto, solo di alta qualità, con moderazione e buon senso. Questo è il segreto della salute ottenibile senza troppi sacrifici“, conclude la dottoressa Biale.