La Stazione Ornitologica Abruzzese e la Lega Italiana Protezione Uccelli esprimono il proprio “sconcerto” per la presentazione da parte della Provincia di Teramo del progetto per la realizzazione di una lunga zipline, cioè un cavo sospeso sulla valle a scopi turistici, tra Pietracamela e la località di Vena Rossa di Fano Adriano all’interno del Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga.
Dichiara Stefano Allavena, delegato LIPU Abruzzo e già commissario del Parco: “L’area prescelta per stessa ammissione dei proponenti è usata dall’aquila reale e dal falco pellegrino. Sono presenti anche altri rapaci, dallo sparviere all’astore passando per gheppio e poiana. I cavi tesi rappresentano una delle maggiori cause di mortalità per l’avifauna e in particolare per i rapaci che impattano e muoiono. Ci sono montagne di studi scientifici pubblicati sulle migliori riviste internazionali ma tutto ciò è incredibilmente ignorato nel progetto. Per dire, la stessa Terna sta mettendo in sicurezza i cavi della rete elettrica nazionale per cercare di mitigare il problema. Possibile che in un’area protetta la Provincia di Teramo, con soldi pubblici, voglia realizzare un intervento che crea mortalità nella fauna di un parco nazionale?”.
Dichiara Massimo Pellegrini, presidente della Stazione Ornitologica Abruzzese: “I parchi nascono per tutelare in primis fauna e flora non certo per metterli in pericolo. Ben venga il turismo ma deve essere compatibile non a chiacchiere, altrimenti facciamo diventare le aree protette dei meri “divertimentifici” a discapito del patrimonio che devono proteggere. Chiediamo all’Ente Parco di esprimere immediatamente un parere negativo chiarendo ai comuni e alla provincia che i siti di riproduzione della fauna e la vita stessa dei rapaci non possono essere sacrificati in genere, figurarsi in un’area protetta. Se si vuole fare un buon servizio al turismo dell’area, invece di pensare a grandi infrastrutture forse è meglio focalizzare l’attenzione sulle disastrose recensioni dei turisti dei servizi di base in termini di qualità dell’offerta esistente. I fondi utilizzati sono quelli complementari al PNRR. Uno dei principi fondamentali del programma è non mettere a rischio l’ambiente. Il progetto presentato va nella direzione esattamente opposta, cioè sbagliata”.