Sono stati recuperati nel pomeriggio da parte del Soccorso Alpino e Speleologico abruzzese i corpi di due alpinisti precipitati sul Gran Sasso.
Si tratta di due uomini, uno di 55 anni di Roma e uno di 42 anni di Sansepolcro, in provincia di Arezzo, Luca Iani e Marco Paccosi. Il loro recupero è stato particolarmente complesso a causa del luogo impervio e del maltempo, le forti raffiche di vento e la pioggia incessante hanno reso molto difficili le operazioni, ma nel tardo pomeriggio i tecnici del Soccorso Alpino e Speleologico sono riusciti a recuperare le due salme, trasportate a bordo dell’elisoccorso decollato dall’aeroporto di Pescara.
I due alpinisti ieri mattina avevano raggiunto l’Abruzzo per un’arrampicata sul Gran Sasso, attraverso la Via alpinistica Intermesoli, ma in serata non sono rientrati a casa, così verso le 23 il Soccorso Alpino e Speleologico abruzzese è stato attivato dal numero unico del Lazio per i dispersi, contattato dalla moglie di uno dei due, allarmata dal fatto che il marito non fosse tornato a casa e non rispondesse al cellulare.
Subito la Prefettura di Teramo ha attivato il protocollo dei soccorsi in montagna e ha allertato il Soccorso Alpino e Speleologico: sono partite delle squadre di terra dalla stazione di Teramo, che hanno ritrovato le macchine dei due alpinisti in prossimità della base per Intermesoli e malgrado le forti raffiche di vento e la pioggia, hanno raggiunto la base della parete, senza però riuscire ad identificare i due escursionisti.
Stamattina l’elisoccorso con a bordo i tecnici del Soccorso Alpino è decollato dall’aeroporto di Preturo (L’Aquila), ha sorvolato la zona e in prossimità della parete est di Pizzo Intermesoli, in fondo ad un canale sono stati identificati i corpi dei due uomini. I tecnici del Soccorso Alpino hanno allertato la Prefettura e hanno ottenuto dal magistrato il nulla osta per il recupero dei due alpinisti. Tra le ipotesi al vaglio le mutate condizioni climatiche di ieri, che potrebbero aver fatto precipitare i due uomini.
Secondo la guida alpina dell’Aquila, Agostino Cittadini, scalatore da oltre 35 anni e grande conoscitore del Gran Sasso, tra le ipotesi della tragedia potrebbe esserci invece il cedimento dell’ancoraggio. “Non ho notizie dirette sulle cause della tragedia – ha commentato – so che non si tratta di gente inesperta, ma di conoscitori della montagna, una ipotesi potrebbe essere il cedimento dell’ancoraggio dove erano in sosta, visto che i due sfortunati scalatori sono precipitati entrambi. Ma sono valutazioni che non troveranno mai conferma, perché in questi casi non è prassi fare indagini, peraltro molto difficili. Solo loro possono sapere”.
“Sono situazioni tragiche che purtroppo possono capitare – ha aggiunto Cittadini – non si dovrebbero verificare, ma accadono anche a coloro che fanno alpinismo e verificano con razionalità i comportamenti. Sono rischi oggettivi: a mio avviso non c’entra il maltempo o l’improvviso cambiamento climatico. Erano scalatori non improvvisati, gente esperta, non credo che la tragedia sia dovuta alla inesperienza. È stata una fatalità causata da cattive valutazioni”, ha sottolineato Cittadini che tra le altre cose ha al suo attivo l’apertura di una via nuova in Pakistan dedicata a due amici morti in montagna, Stefano Imperatori e Alberto Bianchetti.