Tortoreto, vertenza Betafence: aiuti pubblici solo con un piano industriale

Governo e Regione sono pronti a mettere in campo strumenti di sostegno per la soluzione della vertenza Betafence Spa solo se l’azienda inglese garantirà gli attuali livelli occupazionali nello stabilimento di Tortoreto.

 

È quanto emerso nel corso della riunione on line del tavolo nazionale che questa mattina si è tenuto al ministero dello Sviluppo economico alla presenza del sottosegretario, Alessandra Todde, con la partecipazione via web dell’assessore alle Politiche del Lavoro Pietro Quaresimale e dei rappresentanti dell’azienda inglese e dei sindacati nazionali e territoriali. Lo stabilimento produttivo di Tortoreto conta oltre 150 addetti e la vertenza occupazionale rischia di avere pesanti strascichi sociali.

 

“Mi sembra – ha detto l’assessore Quaresimale – che la linea indicata dal Sottosegretario in fase di trattativa debba essere condivisa, perché non è possibile pensare ad un aiuto nazionale e regionale alla Betafence se quest’ultima non presenta un credibile piano industriale che preveda almeno il mantenimento degli attuali livelli occupazionali del sito di Tortoreto. Sappiamo benissimo che il territorio del teramano non può permettersi ulteriori espulsioni dal mondo del lavoro e che finora il prezzo della crisi pagato dai lavoratori è alto.

 

Noi dal canto nostro – ha ribadito Pietro Quaresimale – siamo pronti a mettere a disposizione ogni valido intervento o aiuto per garantire e mantenere gli attuali livelli occupazionali, prevedendo interventi di politica attiva e di incentivazione. In questo senso – ha concluso l’assessore alle Politiche del Lavoro – nei prossimi giorni è mia intenzione convocare un incontro con la proprietà aziendale per capire se esistono margini di intervento alla decisione, assolutamente non accettabile, di licenziare i 150 addetti dello stabilimento”.

 

La posizione del sindacato (Fim, Fiom e Uilm). “Nell’interlocuzione iniziale tra il Mise e l’azienda, quest’ultima ha ribadito l’intenzione di voler ridimensionare lo stabilimento di Tortoreto, investendo esclusivamente in una linea produttiva e chiudendo le altre attuali linee presenti, mantenendo sostanzialmente i licenziamenti per una parte consistente dell’attuale forza lavoro presente.

Il MiSe ha chiarito, attraverso le dichiarazioni della sottosegretaria Todde, come lo stesso non sia disponibile a erogare sostegni economici a fronte di un piano che preveda licenziamenti per il sito di Tortoreto, concludendo che il tavolo verrà riconvocato quando l’azienda presenterà un piano sostenibile e condivisibile tra le parti.

Come Fim-Fiom-Uilm crediamo che questa di oggi sia una situazione surreale. Dopo 6 settimane dall’ultimo incontro, l’azienda si presenta al tavolo senza numeri, senza un piano industriale credibile, confermando i licenziamenti e richiedendo inoltre finanziamenti pubblici.

È un atteggiamento inaccettabile e irrispettoso nei confronti di un tavolo istituzionale e dei lavoratori di Tortoreto.

In questi mesi, dall’annuncio di chiusura dello scorso luglio, l’atteggiamento aziendale ha soltanto depauperato le prospettive economiche e l’appetibilità di uno stabilimento senza crisi produttive negli ultimi anni.

La conferma dei licenziamenti da parte di Betafence preclude una trattativa sostenibile per il sindacato, servono e vanno trovate soluzioni alternative a livello istituzionale attraverso un confronto solo con coloro che seriamente vogliono la continuità produttiva e occupazionale per lo stabilimento di Tortoreto.”

 

 

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