Nelle ultime ore, infatti, la quinta sezione del Consiglio di Stato ha accolto il ricorso degli avvocati del Manakara (Fabrizio Antenucci ed Enrico Ioannoni), che avevano impugnato la sentenza del Tar che nello scorso mese di aprile aveva sostanziato che il percorso seguito dal Comune, nella revoca delle licenze danzanti per le vecchie vicende relative al 2019 (multe e sforamenti degli orari musicali) era stato legittimo.
La proprietà della discoteca, però, ha impugnato il provvedimento in secondo grado e i giudizi del Consiglio di Stato, in camera di consiglio, hanno accolto la richiesta di sospensiva, congelando la sentenza del Tar della scorsa primavera e dando nuovamente legittimità alle varie licenze danzanti in uso al locale di Tortoreto (il Comune non si è costituito).
“Appare meritevole di apprezzamento il motivo di appello con il quale è dedotta la violazione del principio di gradualità nell’applicazione della sanzione da parte dell’amministrazione”, si legge nell’ordinanza del Consiglio di Stato, “e, relativamente al periculum in mora, che per il dispiegarsi degli effetti sanzionatori nella stagione estiva attualmente in corso, il pregiudizio prospettato appare grave ed irreparabile”.
La sentenza di merito, sulla vicenda, l’ennesima di un infinito confronto giudiziario, è prevista per il 2023.
“Le nostre forti perplessità in relazione a quella che è stata la recente sentenza del Tar – la quale, ricordiamo, aveva confermato il provvedimento di revoca della licenza per attività danzanti adottato dalla Polizia Locale di Tortoreto nell’aprile 2019 – si sono necessariamente dovute tradurre in motivi di impugnazione, a quanto pare condivisi anche dal Consiglio di Stato”, si legge in una nota dei legali.
“Il provvedimento amministrativo impugnato è stato il risultato di una chiara e precisa strategia comunale finalizzata a risolvere – con modalità assolutamente illegittime – quello che per “alcuni” rappresentava e rappresenta ancora oggi un problema per la quiete di Tortoreto. “Non si possono tollerare” migliaia di ragazzi che, anche soltanto una volta a settimana, ridono e ballano nell’unica discoteca all’aperto della cittadina. Troppo fastidio, troppa intolleranza da parte di chi, suo malgrado, non è più nel fiore della gioventù.
Ad ogni modo il provvedimento stesso, già sospeso dal Consiglio di Stato nell’anno 2019, oltre ad essere stato emesso in palese violazione di principi di diritto adottati dallo stesso Ente, ha determinato un danno economico gravissimo alla società e, di converso, anche agli stessi cittadini di Tortoreto”.