Anche uno dei fornitori dell’azienda di Tortoreto, che ha ha scritto una lettera alla dirigenza del gruppo Presidiad, la multinazionale proprietaria della Betafence Italia.
“Anche lui non capisce, anche lui è sconvolto”, racconta il figlio di uno dei delegati sindacali della Betafence. ” Una lettera in cui, scioccato, chiede perché una fabbrica che ha sempre lavorato così bene, che ha sempre rispettato i pagamenti e le scadenze e che ha mantenuto un’ineccepibile qualità dei prodotti, con assenteismo pressoché nullo e profitti continui, scelga all’improvviso di chiudere i battenti.
E noi, come lui, a queste domande vogliamo risposte. Ma le risposte non ci possono arrivare via email. Non possono mostrarcele in una slide come hanno fatto per annunciarci la chiusura. Noi vogliamo guardare dritto negli occhi queste persone, vogliamo incontrarli, vogliamo che il nostro governo non si nasconda dietro uno schermo ma che con coraggio affronti al nostro fianco l’ennesima multinazionale che vuole lasciare questo Paese senza una vera ragione.
Perciò siamo contrari alla proposta di un incontro per via telematica, come proposto dal MISE.
E’ possibile tutelare la nostra salute incontrandoci al Ministero. Saremo i primi a rispettare tutte le norme anti-Covid. Ma non è possibile, sia per il MISE che per Presidiad, nascondersi dalle proprie responsabilità”.