I familiari dell’imprenditore precisano inoltre che Cavatassi non abbia pagato una somma di 3500 euro a uno dei camerieri implicati nel delitto.
Che non abbia cioè fatto quel bonifico a uno dei tre thailandesi condannati che, secondo i giudici, costituirebbe la prova del coinvolgimento dell’italiano nella morte del socio. “In realtà – sottolinea la famiglia – Denis gli ha pagato lo stipendio e un anticipo di quello successivo attraverso bonifici bancari per un totale di 700 euro.
L’anticipo era stato richiesto dal dipendente e giustificato da gravi esigenze familiari”.
Denis, precisa infine la famiglia, “non è in carcere dal 2011 bensì dal gennaio 2017. Fu inizialmente incarcerato per circa 5 mesi nel 2011 ma poi rilasciato. Da allora è stato libero, tranne 10 giorni nel dicembre 2015 dopo la sentenza di primo grado in cui fu di nuovo incarcerato ma poi di nuovo rilasciato su cauzione”.