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Terremoto 2016: “Teramo dimentica, Colleatterrato spopolato”

Teramo. “Questo è il 5° anniversario del sisma che ha sconvolto il Centro Italia e nelle località coinvolte sono in atto commemorazioni. In tutte le località tranne Teramo: qui sembra che il terremoto non ci sia stato!”. A dirlo è Anna Di Ottavio, presidente del Comitato di Quartiere “Colleatterrato Basso” e Rappresentante degli sfollati.

“Presumibilmente qui il danno è stato sovrastimato, non ci sono state vittime direttamente riconducibili all’evento e non c’è stata una vera e propria presa in carico – doverosa dal punto di vista civico – della problematica né da parte delle Istituzioni, né da parte della stampa locale, tranne lodevolissime eccezioni, né da parte degli sfollati! Qui si è sottovalutato e addirittura ignorato il dramma personale, il dolore, la perdita di dignità di chi sgomberato dalla propria casa, vive l’evento come un esproprio e non ha strumenti per immaginare un possibile rientro, al di là delle dichiarazioni ufficiali che inneggiano al cambio di passo, alle incredibili percentuali di edifici ricostruiti…”.

“La Ricostruzione può essere percepita solo se si vedono i cantieri e le gru presso gli edifici da ricostruire! Niente di tutto ciò è osservabile nel quartiere più colpito di Teramo. Solo abbandono e degrado! La volontà di riqualificare il quartiere e la città – sogno di quei pochi che ancora mostrano interesse per essi – con l’abbattimento degli edifici terremotati, ventilato ancora prima di qualsiasi valutazione tecnica, è ulteriore motivo di preoccupazione che si somma alla sfiducia indotta dalla narrazione fin qui adottata perché potrebbe concretizzarsi senza il rispetto delle regole e delle tempistiche”.

E ancora: “L’erogazione del Contributo di Autonoma Sistemazione, con i suoi criteri di lampante ingiustizia, tiene buoni gli sfollati ma non può soddisfare quei pochi cittadini terremotati, dotati di senso civico, che vedrebbero il riconoscimento della loro dignità solo attraverso il rispetto dei personali diritti e attraverso il processo di coinvolgimento diretto. Ma la partecipazione è un’altra favolosa narrazione di questa nostra città!”.

“Con la partecipazione”, conclude la presidente, “si sarebbe potuto evitare il disagio degli sfollati che hanno avuto assegnati – con criteri discutibili – gli alloggi della Protezione Civile, per lo più invivibili e fonte di vera e propria discriminazione. Si sarebbe potuto evitare lo spopolamento di Colleatterrato, nonché lo scollamento sociale che ne è derivato”.