Teramo. Vaccinare gli operatori dei centri estivi e delle realtà sportive ed educative attive in estate: è quello che chiede il presidente del CSI Teramo Angelo De Marcellis ai dirigenti della Asl teramana.
Vaccino anti Covid quindi a operatori centri estivi, grest, oratori e associazioni sportive alla vigilia di numerose iniziative educative.
“Il 14 giugno, con la fine delle lezioni scolastiche, prenderanno il via sul nostro territorio alcune iniziative educative di natura sportiva e ricreativa a favore di bambini e adolescenti – si legge nella lettera del numero uno arancio blu – Tali attività rivestono particolare importanza in quanto, a distanza di quindici mesi dalle restrizioni imposte dalla Pandemia, compresa la Didattica a distanza, la situazione psicosociale si è ulteriormente complicata. A risentire della restrizione forzata sono stati soprattutto i più piccoli che in questa nuova Fase 2 andranno non solo osservati ma anche reintrodotti in contesti di positività e socializzazione. I bambini hanno perso le abitudini, il tempo scandito da attività quotidiane, quelle aiutano a costruire una sicurezza che li rendono più capaci di interagire con l’ambiente. A questo proposito si inseriscono suddette attività ma il miglioramento della situazione epidemiologica non deve farci abbassare la guardia. Ciò implica la scrupolosa adozione dei protocolli sanitari ma anche la messa in campo di tutte le possibili misure di prevenzione e precauzione da parte delle organizzazioni promotrici. – da queste premesse scaturisce la proposta dell’Ente di Promozione Sportiva di ispirazione Cattolica – A tal proposito sono a richiedere alla S.V. di valutare la possibilità di vaccinare il personale in carico ai centri estivi, grest, oratori e tecnici sportivi che, stando a contatto con una pluralità di bambini, pur nel rispetto delle distanze e del mantenimento dei dispositivi di protezione, rischiano di essere vettori involontari del patogeno SARS-CoV-2″.
“Non trattandosi di numeri in valore assoluto elevati, tale scelta, già adottata in alcune ASL d’Italia, – conclude De Marcellis – potrebbe prevenire piccoli focolai e favorire l’epilogo della diffusione del contagio cui si sta volgendo soprattutto grazie al vostro impegno di autorità e personale sanitario tutto”