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Teramo, premialità Covid al personale sanitario: accordo non sottoscritto da Fp Cgil

Teramo. “Per fronteggiare l’emergenza Covid dei mesi di marzo e aprile 2020 il personale del servizio sanitario pubblico non poteva usufruire di ferie, non poteva usufruire di permessi, il loro bonus baby-sitting era elevato a 1.000 euro come riconoscimento dell’importanza della loro presenza in servizio per fronteggiare la diffusione del virus. Governo e regioni si dicono favorevoli a riconoscere a quanti hanno messo a rischio la propria salute e la salute dei propri cari un “premio” in denaro, ma in Abruzzo…non per tutti i sanitari e non per lavoratrici e lavoratori degli appalti a cui è affidata la pulizia e la sanificazione degli ospedali, il servizio di mensa, in servizio in quei giorni”, scrive in una nota la Fp Cgil di Teramo.

“In Abruzzo si inserisce una valutazione di quanto si è stati bravi in quei giorni, come se la sola esposizione al rischio dovuta dalla presenza in servizio non fosse condizione sufficiente per essere premiati e si è rimandato alle ASL l’individuazione dei reparti che hanno fronteggiato il Covid e quindi scopriamo che: il tecnico, l’infermiere, l’operatore socio sanitario del reparto di Radioterapia che è stato vicino ai pazienti, adottando tutte le misure necessarie, ma senza preoccuparsi (non potendo) se gli stessi erano o no positivi, non verranno premiati; così come le colleghe e i colleghi di Oncologia, Pediatria, Dialisi e tanti altri reparti che hanno continuato a lavorare nei mesi di marzo e aprile….il tutto messo nero su bianco in un accordo che la FP CGIL ha contestato fin dalla sua stesura negli uffici della Regione Abruzzo, che ha provato a migliorare in sede di contrattazione aziendale, ma che per le ragioni sopra esposte ha ritenuto irricevibile e pertanto NON è stato sottoscritto dalla FP CGIL”.

“Oggi che il virus sembra mostrare tutta la sua aggressività e velocità di diffusione, i cittadini avrebbero bisogno di una Comunità Sanitaria, protetta e motivata e non di una Comunità Sanitaria delusa e a cui degli applausi dai balconi giunge una flebile eco. Si poteva e si doveva fare di più. Oggi bisogna ricostruire quel necessario clima di fiducia nella propria azienda facendo si che la Comunità Sanitaria nel suo insieme possa lavorare in sicurezza perché la salute dei cittadini passa dalla salute della Comunità Sanitaria”