Teramo. Iniziata la campagna per la verifica delle certificazioni degli impianti termici e l’Agenzia per l’ambiente e l’energia ha incontrato i manutentori e le associazioni di categoria per presentare la campagna 2022/2023 anche alla luce del nuovo Regolamento approvato dal Consiglio Provinciale.
“Agena lavora su più piani – dichiara l’amministratore Unico, Francesco Marconi – da una parte c’è il lavoro più squisitamente tecnico, con le verifiche e le procedure di rendicontazione, dall’altra dialoga con l’utenza e soprattutto con i manutentori con attività di formazione. In provincia di Teramo, a parte il capoluogo dove l’attività viene svolta dalla Team, abbiamo certificato quasi 95 mila caldaie. Un risultato importante perché quando parliamo di impianti termini parliamo di sicurezza dei cittadini oltre che di diminuzione dell’inquinamento atmosferico. Con il nuovo Regolamento abbiamo recepito alcune novità normative ma soprattutto abbiamo deciso d’accordo con la Provincia di non aumentare nemmeno di 50 centesimi il costo delle verifiche che sono comunque molti bassi, 15 euro per gli impianti fino a 35 KW, praticamente tutti quelli ad uso domestico e 30 euro per quelli superiori”.
E a questo proposito Agena sta studiando un meccanismo “premiante” per far rottamare le vecchie caldaie, in particolare quelle installate dentro le abitazioni e in epoche nelle quali la normativa tecnica non prevedeva quei requisiti di sicurezza che abbattono drasticamente le possibilità di incidenti.
“L’obiettivo dell’iniziativa – spiega Marconi – è quello di supportare le categorie sociali non in grado di utilizzare i principali strumenti di incentivazione alla riqualificazione energetica disponibili, come ad esempio il Superbonus 110%. L’utilizzo del Superbonus, infatti, prevede la realizzazione dei cosiddetti “interventi trainanti” come il cappotto termico. Molto spesso, cittadini che vivono in condomini o anche in abitazioni singole, hanno la necessità di cambiare la caldaia, ma non possono farlo attivando il superbonus, che prevede tra l’altro anche il rispetto di una serie di requisiti di tipo edilizio/urbanistico. Stiamo studiando un progetto che coinvolga i produttori di caldaie e i manutentori per acquistare a prezzi molto calmierati gli impianti di nuova generazione che potranno essere acquistati dai cittadini che hanno un indice ISEE al di sotto del valore di soglia che andremo a definire”.
“Le categorie economicamente più deboli spesso non sono in grado di utilizzare gli strumenti di sostegno più semplici, come ad esempio gli sgravi fiscali o lo sconto in fattura” – chiosa il presidente Diego Di Bonaventura – “Il valore aggiunto di questa operazione è enorme e vale molto di più del costo della caldaia; in termini di sicurezza, di sostegno sociale e di concreta vicinanza istituzionale alla comunità in un momento davvero complicato per molti”.