Teramo Città Solidale segnala che “da un sondaggio, realizzato dai rappresentanti d’istituto di diverse scuole superiori della provincia di Teramo in collaborazione con l’associazione Teramo Città Solidale – Giovani e al quale hanno partecipato ben più di 1300 studenti, è emerso che uno studente su due ha problemi derivanti dal Covid-19 legati a parenti anziani e/o immunodepressi. In tantissimi segnalano, giustamente, la preoccupazione di contagiare genitori, nonni e altri parenti. Negli istituti e nelle aree adiacenti non c’è rispetto delle norme anti-Covid in entrata ed in uscita da scuola e azioni come il controllo temperatura e il rispetto della distanza al di fuori degli angusti spazi (per accogliere centinaia di ragazzi) all’esterno dell’edificio sembrano un’utopia, data la mancata attenzione da parte delle istituzioni che hanno avuto 6 mesi per occuparsene, dato che in quegli spazi vi dovrebbero sostare centinaia di ragazzi”.
Per l’associazione, “i trasporti hanno messo a disposizione orari completamente sconvenienti e spesso sono in ritardo. In alcuni casi ancora non si è riuscito a garantire il distanziamento. Inoltre, sono molti gli studenti che per recarsi a scuola devono utilizzare i mezzi pubblici e attraversare zone ad alto rischio di contagio. In funzione di ciò, 4 studenti su 5 dichiarano di preferire la DAD al ritorno in presenza, per via del timore che provano nello stare negli spazi scolastici e soprattutto considerando il rischio di rimandare la regione Abruzzo in zona rossa, rischio verificatosi ad ottobre e a febbraio, così da rallentare un’economia già in ginocchio. Dopo due riaperture fallimentari ed una terza che si appresta ad esserlo per via della presenza di classi in quarantena in già quasi tutte le scuole (lasciando molte classi scoperte, e quindi in DAD, per vie delle conseguenti quarantene anche dei docenti), sarebbe doveroso da parte delle istituzioni aprire anzitutto un dialogo con la più ampia rappresentanza dei diretti interessati, ovvero gli studenti, e in secondo luogo si dovrebbe rendere fattuale la sicurezza che abbiamo visto dimostrarsi più che fragile, anzi, pressoché inesistente”.
Quindi, “chiediamo un incontro per venerdì 30 aprile alle 10:00, agli assessori regionali all’istruzione, ai trasporti e alla sanità, all’assessore provinciale all’istruzione, ai sindaci dei comuni su cui insistono gli istituti scolastici, al direttore generale e al direttore sanitario della ASL di Teramo, al presidente della TUA. Noi studenti vogliamo rimanere in presenza, perché la scuola è il luogo che ci ha visti crescere e formare come cittadini, ma con le dovute precauzioni: screening settimanale, controllo della temperatura prima di entrare (e non già in classe), aule aperte per evitare gli assembramenti fuori, sfruttamento degli spazi esterni, facilitati dalla bella stagione. Ma, soprattutto, un VERO DISTANZIAMENTO sui mezzi di trasporto e alle fermate. Come? Con degli orari che funzionino e che, dopo più di un anno, dovrebbero essere ben più che collaudati”.