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Teramo, detenuto cerca di inscenare una rivolta a Castrogno

Teramo. Non c’è pace nel carcere di Teramo. Un detenuto di origini nordafricane, già noto per la sua aggressività nei confronti del personale di polizia penitenziaria, ha impegnato tra le giornate di domenica 12 e lunedì 13 febbraio gran parte delle forze dell’ordine in servizio nel carcere di Castrogno, tentando, nella giornata di domenica, con la branda della propria camera, di sfondare gli sbarramenti di accesso nel tentativo di farsi promotore di una rivolta.

Iniziativa che non ha avuto seguito da parte degli altri detenuti. Nella giornata di lunedì, non contento di quanto fatto il giorno prima, dopo essersi rifiutato di fare rientro nella propria camera dopo una telefonata con il proprio avvocato ha aggredito alcuni agenti.

“Purtroppo l’aumento esponenziale di questa tipologia di detenuti dall’elevatissima aggressività e pericolosità sociale, fa di nuovo riemergere la necessità più che impellente di riportare sul tavolo della discussione politica la questione inerente gli equipaggiamenti in dotazione al personale di polizia penitenziaria”, si legge in una nota del Sinappe.
“Nonostante le svariate promesse di coloro che oggi siedono come maggioranza al parlamento, nessun adeguamento alle altre forze dell’ordine.

“E’ stato introdotto nè pare previsto. Nel frattempo gli agenti di Polizia
Penitenziaria continuano a prestare il proprio servizio alla mercè di detenuti violenti senza programmi operativi d’intervento e senza il giusto equipaggiamento. Di contro il detenuto viene legittimato ad avere nelle proprie camere di pernotto la disponibilità di una serie di oggetti da cui può ricavare facilmente armi e grimaldelli: dalle semplici lamette da barba alle pentole, dalle caffettiere a utensili vari da cucina dal potenziale contundente che in talune circostanze potrebbero risultare anche letali.

A tutto ciò va sommata quella che possiamo definire tragica situazione dell’organico degli agenti di Polizia (si conta 1 agente ogni 50 detenuti e nei turni serali e notturni 1 agente ogni 100).

Nonostante ciò il personale di Polizia Penitenziaria continua con enorme professionalità ed
abnegazione a svolgere i propri compiti istituzionali nonostante l’opinione pubblica e le istituzioni assistano silenti ad un aumento vertiginoso di casi di aggressione avverso gli agenti di Polizia. Ma questi sono i fatti e questa è la realtà in cui noi lavoriamo.
Noi come SINAPPE diciamo basta a tutto questo. Basta continuare ad accettare questa assurda realtà. Basta mandare i nostri agenti alla merce’ dei detenuti. Basta! E’ ora di rivendicare la dignità del nostro ruolo istituzionale e della nostra divisa.

E’ ora di reclamare a gran voce in ogni sede istituzionale l’utilizzo del taser di certo uno dei pochi strumenti di deterrenza e di difesa personale davvero efficaci”.