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Cronaca Teramo

Teramo, chiusura IperSimply di Piano d’Accio: sabato sciopero dei lavoratori

Si è tenuta ieri nel punto vendita Iper Simply SMA di Piano D’Accio di Teramo una lunga, partecipata e preoccupata assemblea sindacale.

 

I dipendenti hanno deciso che di organizzare, per sabato 8 settembre, uno sciopero ed un presidio davanti a quello che, da oltre 20 anni, è il loro luogo di lavoro.

Prevalgono in assemblea lo sconforto e la rabbia di chi ha appena ricevuto il benservito da un’azienda che ha deciso, aldilà delle finte proposte di ricollocazione, di mettere alla porta i propri dipendenti.

Infatti la SMA ha durante un’assemblea coi lavoratori, convocata senza un chiaro ordine del giorno e senza fare alcun confronto preventivo, che dal 30 settembre il punto vendita di Piano D’Accio sarà chiuso.

Ieri pomeriggio invece si è tenuto un incontro sindacale nel corso del quale Filcams CGIL e Fisascat CISL hanno contestato la chiusura annunciata ed hanno chiesto all’azienda di assumersi la responsabilità delle 53 persone che stanno lasciando per strada.

“Di fronte alla risposta negativa dei dirigenti aziendali”, scrivono in una nota Emanuela Loretone della Filcams Cgil e Luca Di Polidoro della Fisascat Cisl, “che hanno continuato a proporre-imporre la data del 30 settembre e che hanno offerto come unica soluzione proposte di trasferimento, in realtà non concretamente prospettate e che avrebbero l’unico effetto di impoverire i lavoratori, le organizzazioni sindacali hanno registrato l’esito negativo dell’incontro ed hanno dichiarato che avvieranno, oltre alla protesta sindacale, iniziative per la costituzione di un tavolo istituzionale con Comune di Teramo, Provincia e Regione, al fine di scongiurare i licenziamenti.

Restano la rabbia e l’amarezza nei confronti della SMA, che, in un momento di profonda crisi su tutto il territorio teramano, intende scaricare senza appello i lavoratori che hanno costruito l’Iper Simply di Teramo e che, sacrificando tempo, domeniche, festività, hanno portato avanti il punto vendita, spesso sopperendo ai mancati investimenti da parte della proprietà”.