Teramo, Asp1: lo stipendio non si paga a rate. Lavoratori con 6 mesi di arretrati

Teramo. La Filcams Cgil Teramo apprende dai quotidiani mirabolanti dichiarazioni e “insegnamenti” su metodi di comportamenti riguardo la vertenza Asp1.

 

Il mondo del lavoro, la condizione di chi lavora, le questioni che attengono alla vita quotidiana però non si nutrono né di fantasiose ricostruzioni nè di archetipi di politica: ci vogliono fatti concreti, risultati certi e il pagamento dello stipendio come prerequisito insindacabile per affrontare qualunque discussione. Per queste ragioni siamo, purtroppo, a dover ribadire ancora una volta cosa succede alla Asp1 della Provincia di Teramo. Succede che mentre qualcuno sui giornali ci dice che va tutto bene, mentre qualcun altro ritiene di aver gestito nel migliore dei modi la “res-pubblica”, mentre altri si esaltano per accordi di rateizzazione a novembre, ad oggi siamo a 6 (SEI) stipendi indietro.

 

Avete capito bene: 6 stipendi indietro. Erano 5 quando solo qualche settimana fa avevamo protestato mettendoci le magliette del Napoli, oggi siamo arrivati a 6. Noi non ci diciamo che siamo bravi, noi non vogliamo sostenere autocelebrazioni, anzi vorremmo non parlare mai più delle vicende della Asp1, ma il rispetto per chi lavora non deve mai mancare. E mentre leggiamo di ricostruzioni fantasiose ci sono ancora lavoratrici e lavoratori che aspettano la retribuzione e, ad oggi, non è stata nemmeno pagata la mensilità corrente (posto che quando abbiamo 6 stipendi indietro anche parlare di mensilità corrente ci sembra un’affermazione alquanto singolare. I ritardi degli stipendi non contano nelle gestioni familiari? Per 5 mesi si sono interrotte le spese di vita quotidiana o si sono accumulate piuttosto?). Ecco ci rivolgiamo a voi che leggete queste frasi: ma vi sembra normale che dopo 6 stipendi arretrati dobbiamo ancora sentire il dibattito della Asp1 su quello che verrà fatto, di piani e di autocelebrazioni? Ma il lavoro si paga a rate? Le lavoratrici e i lavoratori lavorano a rate? Ma l’assessore Quaresimale che aveva promesso finanziamenti e che, nonostante sia stato oggetto di contestazione non ci risponde, prende lo stipendio a rate? Non ci risulta che vengono serviti pasti a rate alla Asp1, non ci risulta che si cucina a rate nelle mense, come non ci risulta che gli stipendi di chi scrive e di chi interviene sul lavoro altrui venga pagato a rate.

 

La Filcams Cgil Teramo insieme ad alcune lavoratrici delle mense ha fatto un decreto ingiuntivo in quanto ritiene che la dignità del lavoro, quotidiano e futuro, debba essere tutelato. Perché riteniamo che in un ente pubblico non si possano compiere simili discriminazioni, perché riteniamo che tutti hanno pari dignità. E nel silenzio assordante delle “istituzioni” sui 12 milioni di euro di debiti, sui mancati finanziamenti che sarebbero dovuti arrivare, in un momento di grande crisi, in un momento in cui l’inflazione cresce, in momento in cui si annunciano aumenti delle bollette, l’unica cosa che le “nostre istituzioni” sono state in grado di fare è: aumentare le tariffe agli anziani! Complimenti vivissimi a chi deve garantire un servizio fondamentale per la nostra provincia continuando a mettere in crisi decine e decine di famiglie. Pensavamo che dopo la nostra protesta qualcuno ci rispondesse, pensavamo che le aziende e la governance della Asp1 ci dessero man forte quando abbiamo puntato il dito verso la Regione Abruzzo chiedendo rispetto degli impegni presi e aver chiesto un aiuto per una situazione davvero difficile. E invece non solo non c’è stata alcuna presa di posizione ed alcuna riposta, ma solo e soltanto autoreferenzialità. Ci hanno detto che facciamo “clamori”, che abbiamo fatto “sceneggiate”, ma vorremmo fare una domanda a chi legge: ma cosa succederebbe ad un’azienda privata con 12 (DODICI) milioni di euro di debiti? Immaginate per un momento di lavorare per un’azienda che ha 12 (DODICI) milioni di euro di debiti: non sareste un tantino preoccupati per il vostro futuro lavorativo?

Ecco dato che qualcuno ci accusa di fare clamori, oggi umilmente e socraticamente vi chiediamo di risponderci a queste semplici domande e nel frattempo vi chiediamo la cortesia di rispettare delle donne coraggiose che, nonostante le disastrose gestioni che hanno provocato 12 (DODICI) milioni di euro di debiti, devono continuare a garantire un servizio con 6 mesi di stipendio non percepiti. Perché nel frattempo che vengono fatte fantasiose ricostruzioni addirittura il ritardo degli stipendi è addirittura aumentato.
Noi non cerchiamo clamore, cerchiamo rispetto e dignità. E fino a quando non verrà pagato l’ultimo centesimo all’ultimo lavoratore continueremo ad alzare la voce e a protestare, continueremo a batterci per il lavoro e la dignità, per il rispetto e perché riteniamo che tutte le lavoratrici e tutti i lavoratori abbiano gli stessi diritti.

Gestione cookie