“Nonostante si rilevano l’apprezzabile opera di snellimento delle procedure burocratiche, soprattutto in vista degli imminenti fondi del PNRR, la digitalizzazione quale motore centrale dell’appalto, la previsione di forme di tutela per le imprese esecutrici rispetto al caro prezzi e altre interessanti novità, restano forti perplessità su alcuni dei principali punti del nuovo impianto normativo. Emerge innanzitutto la perdita della centralità del progetto nei processi di trasformazione del territorio, attraverso il ricorso diffuso alle procedure di affidamento diretto dei servizi di progettazione, dunque senza bando di gara (limite esteso a 140.000,00 euro), la marginalizzazione dei concorsi di progettazione e la reintroduzione dell’appalto integrato, nel quale è l’imprenditore che realizza l’opera e la progetta”.
Nell’intervista tutte le altre sottolineature al nuovo codice.