Una produzione del Teatro Stabile d’Abruzzo.
Biancaneve – spiega il regista Ottaviano Taddei – è stata narrata in varie forme in tutti i Paesi e le lingue del mondo.
In genere le fiabe iniziano quando la vita del bambino è giunta, in qualche modo, a un punto morto. In Biancaneve non è una difficoltà esterna, ma il rapporto tra la bambina e i suoi genitori a determinare la situazione problematica. Ed è da questo punto focale che si snoda la messa in scena di Terrateatro, è questo conflitto tra figlia e madre/ matrigna a dare lo slancio alla rilettura della fiaba. Ciò che intendiamo mettere in luce è la forza interiore di Biancaneve che, compresa la difficoltà di rapporto, si accinge all’impresa disperatamente solitaria di trovare se stessa.
Gli anni che Biancaneve trascorre con i sette nani rappresentano il suo periodo di avversità, di problemi da superare, le sue fasi di sviluppo. La figura genitoriale materna diviene, nella storia, vittima del gioco edipico tra madre e figlia per conquistare il padre. Dal punto di vista psicologico, sembra essere questo il motivo del conflitto, volersi contendere il padre, la non accettazione da parte della madre/matrigna della bellezza della figlia e del deterioramento della sua di bellezza”