Taglio dei pini in via Battisti: l’intervento di Città Attiva

La polemica innescata dal taglio dei pini in via Cesare Battisti ci offre un ottimo spunto di riflessione.

 

Sbagliando o meno, chi era deputato ad amministrare la Martinsicuro negli anni passati, ha deciso di ornare le vie della città con filari di pini; crescendo, questi alberi sono diventati stupendi e rendono molto più bella la nostra città. Proviamo per un attimo ad immaginare come sarebbe la nostra Martinsicuro senza questi alberi: purtroppo, è quello che potrebbe accadere se non dovessimo cambiare il nostro approccio su questo tema.

 

Tutti sanno che le radici dei pini creano problemi al manto stradale; ma non tutti sanno che la causa deriva proprio dall’asfalto stesso che, impedendo la permeabilità del terreno sottostante, crea di fatto un soffocamento che costringe la radice a cercare ossigeno in superficie. Basta andare a vedere come si comportano i pini che hanno abbastanza terra libera intorno per rendersene conto. Sono pochissime le vie di Martinsicuro che hanno marciapiedi capienti per soddisfare sia la viabilità, che la presenza confortante di un albero. Via Cesare Battisti ne è un esempio eclatante: sui suoi marciapiedi, o c’è l’albero oppure il pedone.

 

Da sempre, le amministrazioni che si sono succedute alla guida della città, hanno dovuto affrontare il problema che i pini apportano alle strade, pensando di risolverlo sempre attraverso il taglio delle radici che affioravano e tombando di nuovo le altre sotto una coltre di cemento e nuovo asfalto, fino a che la pianta, esausta, si ammala, perde la sua stabilità e quindi finisce per essere recisa, possiamo affermare che continuando ad usare questo sistema si arriverà a togliere di mezzo tutti i pini che insistono nelle nostre vie. Non ci facciamo sempre caso, ma già ci sono molte strade che addirittura non hanno più nemmeno un albero in dotazione e questo, oggettivamente, non è un belvedere.

 

Ma se un tempo questo modus operandi sembrava l’unica soluzione possibile, oggi questa tecnica appare decisamente primitiva ancorché inappropriata. Man mano che la conoscenza scientifica è aumentata, di pari passo sono stati messi a punto sistemi innovativi o anche semplici intuizioni che, laddove applicate, potrebbero r

 

isolvere o quantomeno migliorare le criticità. Porsi il problema è il primo passo verso il cambiamento. Leggere la relazione di un agronomo, secondo la quale “quegli alberi, seppur disposti in filare lungo via Battisti, non sono da considerare di particolare pregio paesaggistico, naturalistico e culturale”, rende perfettamente l’idea di quanto ancora ci sia da lavorare per ottenere quel salto culturale finalizzato a dare la giusta importanza al patrimonio arboreo delle nostre città. Peccato che l’amministrazione comunale abbia avallato questa visione, facendo abbattere due pini stabili solo perché ritenuti meno importanti di un muretto di confine o del marciapiede medesimo.

Vi era la possibilità di percorrere strade alternative, ma occorreva investire tempo, denaro ed intelletto: evidentemente, troppa fatica per lorsignori. Il punto di discussione politico è che oggi, a meno di un anno dalle prossime elezioni, si parla di un “piano asfalti” da realizzare il più velocemente possibile perché è a rischio la sicurezza dei cittadini; come se il problema delle strade sollevate dai pini fosse solo di qualche giorno fa.

 

Questo modus operandi ci ricorda vecchi partiti che non ci sono più ma che evidentemente hanno fatto scuola. E mentre il difficilissimo ed elaborato piano asfalti cammina veloce nutrito dal denaro dei mutui e quindi dei cittadini, il piano del verde è fermo al palo.  Forse nascerà prima che termini questa consigliatura. Ricordiamo a memoria che finora sono stati investiti 10.000 euro per nuove alberature, a fronte delle centinaia di migliaia di euro previsti per il piano asfalti. Abbiamo visto dagli atti che il prossimo banco di prova sarà Via del Mare, anche qui gli alberi hanno disastrato marciapiedi e strada perché, come al solito, questi pini sono circondati da asfalto e le radici sono emerse. Ci auguriamo che non venga ripreso il vecchio sistema, ma vengono messe in campo nuove soluzioni, già in itinere in alcune cittadine del nord Italia, soluzioni che portino a contemperare la soluzione dei problemi dei cittadini, con la salvaguardia del verde pubblico.

Ci rivolgiamo anche ai residenti, invitandoli a non rinunciare facilmente alla ricchezza che i pini portano loro e, perché no, anche a tutti noi, perché possiamo avere sia gli alberi che le strade ed i marciapiedi sistemati, purchè ci sia la volontà di superare il torpore generato dal “Si è sempre fatto così”.  

 

(Sandro Ventresca, presidente associazione Città Attiva)

 

 

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