Il nucleo operativo di polizia ambientale della guardia costiera di Giulianova, supportato dai militari degli uffici marittimo di Roseto, Tortoreto e Martinsicuro (sotto l’egida della direzione marittima di Pescara), ha denunciato i titolati di quattro diverse aziende per violazione della normativa ambientale degli scarichi industriali e stoccaggio di rifiuti. Le attività ispettive, perfezionate nel mese di settembre, sono state effettuate con la collaborazione anche del personale dell’Arta e della Ruzzo Reti.
In un primo caso, in corrispondenza di un impianto di distribuzione carburanti, gli ispettori – attraverso mirate prove di flusso eseguite con strumentazione avanzata della Ruzzo reti – hanno accertato il mancato possesso dell’autorizzazione allo scarico delle acque di prima pioggia del piazzale (interessato dalla presenza di residui oleosi e di idrocarburi) che, dopo un primo trattamento superficiale, risultavano confluire direttamente nella linea comunale delle acque bianche e non in quella fognaria, finendo così in mare attraverso il limitrofo fiume, senza affrontare il necessario preventivo ciclo depurativo.
Invece, all’atto della verifica di un autolavaggio, è emerso che lo stesso, invece che stoccare le acque reflue industriali derivanti dal ciclo di lavaggio dei veicoli e smaltirle come rifiuti, le scaricava direttamente nella linea comunale delle acque bianche – che finisce in mare confluendo prima nel limitrofo fiume – senza essere in possesso della prevista autorizzazione allo scarico, né tantomeno dell’autorizzazione unica ambientale, che può arrivare a imporre l’obbligo di dotarsi di un sistema di pre-depurazione per evitare il sovraccarico dell’impianto di depurazione comunale. È scattata così l’interruzione del ciclo produttivo di lavaggio, e la contestuale imposizione di stringenti prescrizioni asseverate da ARTA, cui ottemperare per poter riprendere l’attività.
Durante una terza ispezione, gli ispettori della Guardia Costiera hanno accertato che la ditta, nel corso dell’intenso ciclo produttivo, lavava componenti meccaniche – contenenti residui grassi e oleosi – producendo reflui industriali che, fatti convogliare in un pozzetto di raccolta, finivano poi indebitamente in rete fognaria, senza la prevista autorizzazione (necessaria alla predisposizione del depuratore al trattamento specifico, per evitare immissioni potenzialmente inquinanti nei fiumi confluenti in mare). È stata così intimata alla ditta l’immediata sospensione dello scarico industriale, con chiusura dello stesso, la raccolta dei reflui e il loro trattamento come rifiuto. Inoltre, sempre a carico della stessa ditta è stata accertata la mancanza dell’autorizzazione allo scarico delle acque di prima pioggia del grosso piazzale interno – di superficie superiore a 1.000 mq – utilizzato per la movimentazione del prodotto industriale lavorato.
Nel quarto sito industriale ispezionato, infine, i militari della Guardia Costiera hanno contestato al titolare della società, il deposito incontrollato di rifiuti di vario genere – tra cui materiale ferroso e plastico, stoccati senza alcuna classificazione ed esposti alle intemperie, con conseguente potenziale rischio per l’ambiente – sul vasto piazzale esterno di circa 1.500 mq, ricadente nel comprensorio produttivo.
“L’attività in questione – ha affermato Claudio Bernetti, Comandante della Guardia Costiera di Giulianova – è testimonianza dell’attenzione rivolta, senza soluzione di continuità, all’ambiente marino e costiero. Un’attività che la Guardia Costiera sente propria e porta avanti quale articolazione territoriale del Ministero dell’Ambiente.”