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Cronaca Teramo

Scandalo cittadinanze fasulle ai brasiliani: bufera tra Pineto, Roseto, Notaresco e Castellalto VIDEO

Misure cautelari nell’ambito di un’inchiesta avviata dalla procura di Teramo, a firma del sostituto procuratore Stefano Giovagnoni, che ha portato ad ottenere dieci ordinanze di divieto di dimora in tutta la provincia di Teramo emesse dal gip del tribunale di Teramo, Roberto Veneziano, nei confronti di  titolari di agenzie di intermediazione per un presunto giro di cittadinanze fasulle a brasiliani tra Castellalto, Roseto, Pineto e Notaresco.

I dieci destinatari di misura, più altri dodici tra funzionari dello Stato Civile e vigili urbani dei comuni interessati, sono accusati di abuso d’ufficio.

Le ordinanze sono state eseguite dalla Squadra Mobile diretta dal Vice Questore Aggiunto Roberta Cicchetti (in conferenza questa mattina anche il vice Ennio Falconi). Sugli altri dodici funzionari pubblici, per cui sono state ugualmente richieste misure interdittive, dovrà esprimersi il gip dopo l’interrogatorio.

L’operazione “Cidadania” (che in portoghese vuol dire cittadinanza), condotta sotto la supervisione del Questore Enrico De Simone, è relativa ad un presunto giro di residenze fittizie finalizzate a far ottenere la cittadinanza italiana a brasiliani.

A far scattare l’inchiesta, circa due anni fa, l’altissimo numero di richieste di passaporto italiano presentate in Questura da cittadini brasiliani che avevano ottenuto la cittadinanza nei quattro comuni. Indagini che fin dalle prime battute avevano permesso di accertare come in almeno 72 pratiche di rilascio di cittadinanza, richieste tra il 2015 e il 2016 presso il Comune di Notaresco e promosse da diverse agenzie di intermediazione, l’ufficiale di stato civile, al fine di accelerare la procedura di riconoscimento, aveva attestato falsamente che la richiesta di cittadinanza era stata presentata quando i brasiliani interessati erano già in Italia, mentre in realtà così non era.

Inoltre, in molte delle pratiche esaminate, secondo gli inquirenti, lo stesso responsabile del Comune aveva attestato falsamente, nell’atto di concessione della cittadinanza, che si erano verificate tutte le condizioni necessarie, mentre in realtà non era ancora stata effettuata la verifica della residenza abituale dello straniero sul territorio comunale. Un’indagine che ben presto si è allargata anche ad altre realtà e che ha permesso di accertare come gli stessi controlli effettuati dai vigili urbani, in molti casi, si erano limitati ad un solo sopralluogo presso l’abitazione. Abitazione dove in precedenza avevano dichiarato la residenza abituale altri brasiliani.