“Ho saputo di questo fenomeno due giorni fa e subito mi sono adoperato per cercare di risolvere il problema”, replica Lorenzo Di Vittorio, consigliere della consulta provinciale degli studenti di Teramo. “I ragazzi però, anche avendo un mio parere negativo per quanto riguarda lo sciopero, questa mattina non sono entrati in classe. Da rappresentante della consulta provinciale ho ribadito di non scioperare perché dovevano darmi il tempo di fare gli ultimi accertamenti, finire di parlare con gli uffici competenti prima di dare un parere. Dico questo perché a mio avviso si deve seguire un iter che inizia con il dialogo, il confronto e le proposte e poi, nel caso non ci dovesse essere un riscontro positivo dall’ente provinciale e dalla istituzione scolastica, si potrà passare a fare una manifestazione”.
Quello che più non va giù al consigliere è che i suoi compagni di liceo avrebbero raccontato cose non del tutto vere.
“Perché non è ‘tutta colpa della provincia di Teramo’, come gli studenti hanno ribadito questa mattina. Perché gli edifici Alfieri e Adriatica del nostro polo liceale sono di proprietà dell’ordine religioso delle suore e la provincia paga l’affitto e quindi il guasto dei termosifoni deve ripararlo l’ordine religioso. Ovviamente la provincia ha subito contattato l’ordine religioso delle suore per segnalare questo problema: quindi non trovo nessuna colpa da attribuire alla provincia. A mio modesto parere manifestare, in maniera civile, è la più alta forma di democrazia, ma prima di arrivare a ciò si deve seguire tutto l’iter”.
E rivolgendosi ai suoi coetanei chiosa: “Sono stato eletto da voi appunto per portare la vostra voce in provincia e per migliorare le condizioni della nostra scuola, ma anche di tutto il territorio, e quindi posso dirvi di non affrettarvi nel fare le cose, perché prima bisogna saperle”.