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Cronaca Teramo

Roseto, operatori turistici preoccupati. Olivieri: “C’è chi pensa di non riaprire. Serve subito liquidità alle imprese”

E’ molto preoccupato Giuseppe Olivieri, presidente dell’Associazione Operatori Turistici Roseto Incoming per la situazione che sta emergendo a causa della crisi economica scatenata dal CoVid19.

Critica lo Stato che appare lontano perché non avrebbe compreso il problema reale che i titolari di alberghi, camping, ristoranti, negozi stanno vivendo. In una lettera, Olivieri analizza la situazione.

“C’è bisogno di una forte urgenza di liquidità per imprese e famiglie”, scrive, “anche in parte a fondo perduto, di un grande piano Marshall come nel dopo guerra. Non servono mezze misure o piccoli interventi come stiamo vedendo in questo momento. Lo Stato deve dare risposta immediata. Ci è stato detto di prepararci a disinfettare gli alberghi. Ma ad essere ottimisti si lavorerà al 20% delle capacità. Con queste cifre è evidente che non conviene aprire, i costi superano le entrate”.

Olivieri ritiene inoltre che la fase 2 sia inadeguata. Il distanziamento sociale appare necessario per contrastare il propagarsi del virus.

“Un’attività commerciale è strutturata per avere/servire 100 persone e poi (ad essere fortunati) ne potrai servire solo 20”, prosegue il presidente dell’associazione “come potrà mai mantenere lo stesso livello occupazionale di prima, stessa tassazione, stesso affitto. I costi che sostenevano prima le attività non possono essere sostenuti adesso. Quindi lo Stato, le Regioni, i Comuni devono ridare la proporzionalità sui costi di gestione, sapendo che prima della primavera 2021 non si tornerà alla normalità e prima di tornare ai livelli del pre coronavirus passeranno tanti mesi e molto probabilmente i fatturati di molte attività saranno vicini allo zero”.

Poi c’è un problema pratico che deve avere ancora risposta. Se un dipendente di una struttura Alberghiera/Turistica contrae il coronavirus, come viene considerato infortunio sul lavoro? “E se capitasse ad un ospite? Chiudiamo tutti dentro, e chi ha pagato fino ad una certa data, chi paga i giorni in più della permanenza forzata e viceversa chi deve arrivare ha dato una caparra e non può entrare?”.

Imprese e famiglie devono avere dunque una risposta adesso e non dopo. L’Europa non si è dimostrata solidale neanche di fronte ai tanti morti. Se non si hanno le risorse per far ripartire l’Italia forse bisogna ripensare realmente a stampare la lira mantenendo la doppia circolazione con l’euro.