Roseto. Appuntamento denso di emozioni, quello organizzato nelle aule virtuali dell’Istituto di Istruzione Superiore “Vincenzo Moretti”, nell’ambito del “Premio Nazionale Paolo Borsellino tutto ľanno”, che ha visto ospite Ilaria Cucchi.
Attivista per i diritti umani, la Cucchi ha raccontato l’esperienza tragica che ha coinvolto la sua famiglia, con la morte del fratello Stefano, avvenuta nel 2009 all’ospedale “Pertini” di Roma, mentre era in stato di arresto per detenzione di sostanze stupefacenti.
“Essere qui oggi, così come in altri luoghi dove vengo invitata a parlare agli studenti – ha esordito – mi fa capire che abbiamo vinto, nonostante tutto – La Cucchi ha poi ripercorso, insieme agli studenti, i momenti in cui ebbe la conferma visiva della morte di Stefano. << Il giorno in cui vidi il corpo senza vita di Stefano all’obitorio, pensavo di aver raggiunto la vetta più alta del mio dolore, invece, era solo il primo passo di una strada costellata di dolore. Non potei nemmeno abbracciarlo per l’ultima volta, perché era dentro una teca. Era devastato”.
L’attivista per i diritti umani ripercorre così un calvario durato 10 anni, in cui ha parlato anche delle carceri, come luoghi dove “ogni diritto viene calpestato, se si fa parte degli ‘ultimi’ a livello sociale. Stefano è morto di tante cose – ha proseguito – e fra le ragioni della sua morte c’è anche il pregiudizio. La prima battaglia che abbiamo fatto fuori dalle aule dei tribunali è stata proprio contro l’idea che tanto era uno sbandato, un tossico”.
Nel corso della chiacchierata, la Cucchi è stata sollecitata da alcuni studenti della classe quarta dell’indirizzo turistico, che hanno preso parte come giuria popolare al premio “Croce” che ha ritenuto di premiare nella sezione “letteratura giornalistica” il suo libro “Il coraggio e ľ amore – Giustizia per Stefano, la nostra battaglia per arrivare alla verità” (Rizzoli). Un libro, scritto insieme al legale Fabio Anselmi, che ricostruisce il calvario di Stefano e che, alla fine, ha unito Ilaria e il legale che l’ha accompagnata nella lunga battaglia.
Entusiasta, la dirigente del Moretti Sabrina Del Gaone ha dichiarato: “Sono profondamente e sinceramente grata a Ilaria Cucchi, che non ha esitato un attimo ad accettare il nostro invito quando ha saputo che si trattava di parlare agli studenti. Seppur filtrata dai monitor della Didattica a distanza, siamo tutti riusciti a sentire “sulla pelle” la determinazione, il coraggio e il grande amore che animano le parole, le scelte, gli sguardi di Ilaria Cucchi. Grazie a Leo Nodari e al Premio Borsellino, al Moretti abbiamo scritto un’altra bella pagina di vera educazione alla legalità”.