Roseto, emergenza coronavirus: è caccia all’untore. L’intervento del sindaco Di Girolamo

Sale la preoccupazione a Roseto dopo i nuovi casi di contagio da coronavirus. Il sindaco Sabatino Di Girolamo è stato tempestato di telefonate di gente che voleva conoscere il nome della dottoressa che lavora all’ospedale di Teramo e che ha contratto il CoVid19.

Nelle ultime ore era circolato il nome di un medico che però nulla ha a che vedere con il soggetto indicato dalla Asl e risultato contagiato dal virus. Lo stesso medico contro cui era stato puntato il dito ha dovuto smentire pubblicamente di non essere lei la persona contagiata. Proprio vero: l’ignoranza e la lingua uccidono più del virus stesso.

“La trasparenza comunicativa sta sfociando nel cortocircuito organizzativo”, dice il primo cittadino rosetano, “a causa del fatto che molti, in preda alla psicosi, si stanno avventurando in una insensata caccia all’untore. E così dopo aver rappresentato la positività di un operatore sanitario di Roseto, molti pazienti stanno subissando in queste ore tutti i medici che operano nel nostro comune con telefonate finalizzate ad avere informazioni sulla loro presunta positività. Capirete bene che i medici in questo momento hanno bisogno di fare i medici e non devono fungere da call center vista la situazione disperata che viviamo e vista l’importanza fondamentale che riveste il loro ruolo”.

Di Girolamo dunque ha manifestato una certa preoccupazione per ciò che sta accadendo. Una situazione che si è scatenata già da qualche giorno quando in città si è sparsa la voce che un medico di base è ricoverato ad Atri per CoVid19 e che sino a pochi giorni prima aveva anche svolto la professione con visite a casa. Ma al momento il nome di questo medico di base non è stato ancora ufficializzato dalla Asl. Per quanto riguarda il resto, il sindaco sottolinea un aspetto molto importante. I medici vanno messi in condizione di lavorare al meglio.

“Ci sono le istituzioni, le forze dell’ordine, c’è il sindaco e c’è la Asl”, dice, “a vigilare sul rispetto delle quarantene, a tracciare la filiera dei contatti con i positivi e a decretarne l’isolamento. Se invece noi cittadini ci mettiamo fare gli sceriffi non rendiamo un buon servizio a quegli operatori e a quei medici che in queste ore stanno lavorando, con tanti rischi e con maggiore esposizione, per far uscire tutti noi dall’emergenza. Non è accettabile che un medico debba sentirsi di dover comunicare di non essere positivo perché invece di visitare i pazienti malati, deve rispondere alle telefonate di curiosità dei cittadini sani. E’ per questo che d’ora in avanti, per rispettare il lavoro di tutti, i casi di positività o di isolamento su Roseto verranno comunicati, quando serve, nel maniera più stringata e asettica possibile con i numeri che di volta in volta mi segnalerà la Asl di Teramo. Ho il dovere di tutelare chi in questo momento ci tutela ed è chiamato a proteggere la nostra salute. Grazie. Sono certo che capirete che devo usare precauzioni per il bene di tutti. Colgo l’occasione per rivolgere un pensiero e una preghiera commossa per tutti i medici deceduti a causa del servizio a favore dei malati”.

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