Tre ettari e mezzo cancellati in poco più di 15 anni, una superficie di 35 mila metri quadri nel cuore della Riserva Naturale del Borsacchio spazzati via dall’erosione.
Un danno non solo all’area protetta ma anche al proprietario dei terreni, l’imprenditore teramano Sabatino Cantagalli che da tempo ha avviato un’azione legale quanto meno per essere risarcito visto che con l’istituzione del parco non ha avuto più alcuna possibilità di operare degli investimenti, anche ecosostenibili, per favorire il turismo di nuova generazione. Quel turismo legato all’ambiente.
I segni indelebili dell’erosione sono evidenti su un tratto di costa di circa 2 chilometri, concentrati prevalentemente dall’ultimo pennello a sud di Cologna dinanzi a quella che un tempo era la proprietà Rossi, sino a ridosso della pineta Mazzarosa. Casa Mataloni sta implodendo su se stessa, una parte del fabbricato è già crollata, l’altra viene tenuta a stento da impalcature di protezione.
Ma ha ormai i giorni contati perché sul lato nord una parete si è letteralmente aperta. All’imprenditore Cantagalli non è stata data la possibilità di proteggere questo fabbricato. A sue spese avrebbe voluto realizzare una scogliera, prima che il mare avanzasse di altri 20 metri in appena 5 anni. Il danno c’è, l’erosione ha divorato 3 ettari e mezzo di superficie.
Perché questo è l’unico punto su tutta la costa rosetana in cui al largo non sono mai state realizzate barriere frangiflutti, né sommerse né emerse. E se non si correrà ai ripari qui ad ogni mareggiata verranno spazzati via altri metri di arenile.