E’ quanto emerso oggi nel corso di un incontro tra il Commissario sisma e i rappresentanti degli Ordini e dei Collegi nazionali dei professionisti che aderiscono alla Rete delle Professioni Tecniche per fare il punto sull’andamento della ricostruzione anche alla luce della scadenza del 30 giugno per i progetti di riparazione degli immobili di proprietà dei residenti che beneficiano di varie forme d’assistenza (CAS e SAE in particolare).
Dalla seconda metà del 2021, quando si è affermato il Superbonus 110% sul territorio nazionale, le attività nel cratere sisma 2016 hanno subito un rallentamento, dovuto essenzialmente alla scarsa disponibilità di professionisti per redigere i progetti e le domande di contributo, e di imprese per realizzare gli interventi. Lo scorso anno ha fatto segnare il record dei decreti di contributo emessi, circa 5.200 contro i 2.657 del 2020, ma l’afflusso di nuove domande si è ridotto, passando da circa 7.500 del 2020 (un dato comunque influenzato dalla scadenza dei termini per gli edifici con danni lievi), a 2.200 domande.
“ Non possiamo pensare di concludere in tempi ragionevoli questa ricostruzione se viaggiamo al ritmo che abbiamo registrato negli ultimi mesi. Dobbiamo trovare insieme una soluzione per accrescere la disponibilità dei tecnici a lavorare nella ricostruzione ” ha detto il Commissario Legnini nel corso dell’incontro, registrando la piena disponibilità dei professionisti. Di comune accordo l’Osservatorio tecnico Sisma, una struttura nella quale sono rappresentati sia il Commissario che i tecnici, è stato incaricato di formulare proposte per agevolare lo smaltimento del carico di lavoro già acquisito, mentre i rappresentanti nazionali della Rete delle Professioni Tecniche studieranno i meccanismi per ampliare l’offerta dei servizi tecnici.
I professionisti attivi nella ricostruzione post sisma sono 7 mila, a fronte dei 29 mila iscritti all’elenco speciale, ma di questi solo la metà ha acquisto incarichi principali nei progetti sisma, che siano di progettazione o di direzione la vori. Gli stessi tecnici, peraltro, hanno avanzato circa due terzi delle quasi 30 mila manifestazioni di volontà a richiedere il contributo, palesando il rischio di una potenziale ulteriore concentrazione degli incarichi, che appare già elevata allo stato attuale.
“ Ringrazio la Rpt per la disponibilità dimostrata ad affrontare insieme questa fase di difficoltà della ricostruzione, in gran parte dovuta a fattori congiunturali, assumendo l’impegno a formulare proposte per aumentare la qualità e la quantità del lavoro dei tecnici, e permettere ai cittadini colpiti dal sisma – ha sottolineato Legnini – di realizzare in tempi ragionevoli la legittima aspirazione di tornare nelle loro case”.