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Riconoscimento di scuola rara per il “Grue” di Castelli e accorpamento dell’istituto “Pascal-Comi-Forti” all’Alessandrini

Dal Tavolo tecnico interistituzionale che si è riunito ieri mattina esce una proposta unanime sui due casi considerati “critici”: la salvaguardia del “Grue” di Castelli insistendo sulla richiesta di riconoscimento di “scuola rara” e l’accorpamento del “Pascal-Comi-Forti” di Teramo con l’Alessandrini per la costituzione di un Polo tecnico – professionale che conterebbe 1200 alunni.

Proposta che parte dall’Ufficio scolastico provinciale rappresentato dalla sua nuova dirigente Clara Moschella, sulla quale sono concordi i dirigenti scolastici (rappresentati da Manuela Divisi, Daniela Magno e Loredana Di Giampaolo) dai sindacati (Rodrigo Verticelli Cisal, Giovanna Granchelli Anief; Domenico Di Donato Confsal, Pasqualino Ricci Snals, Giuseppe Villa Uil e Mirella Censasorte della Cgil) dai Comuni di Teramo (assessore Andrea Core) e Castelli (in rappresentanza di Anci) Rinaldo Seca.

Le due scuole, il Grue e il Pascal Comi Forti, non hanno i numeri per mantenere l’autonomia e da tempo sono dirette attraverso l’istituto della “reggenza” una condizione non ottimale comunque temporanea. Il tavolo regionale (cui spetterà comunque l’ultima parola) ha richiamato la Provincia e l’Ufficio Scolastico a non procastinare ulteriormente la scelta, congelata in questi anni anche a causa della pandemia e dei lockdown.

Il presidente della Provincia, Diego Di Bonaventura, dopo aver ascoltato le posizioni dei sindacati della scuola, dei dirigenti scolastici e dell’Ufficio scolastico provinciale ha accolto la proposta di sostenere “la richiesta di insistere sul riconoscimento del Grue come scuola rara, avendone assolutamente le caratteristiche, e della costituzione di un Polo tecnico professionale con dentro il Pascal-Comi-Forti e l’Alessandrini. Una proposta che qualificherebbe l’offerta formativa con un percorso didattico che incrocia le richieste che arrivano dal mondo produttivo”.

Il sindaco di Castelli, Rinaldo Seca, intervenendo anche come rappresentante Anci ha sottolineato la necessità di una riforma che riveda i numeri minimi per l’autonomia scolastica di quegli Istituti che si trovano nelle aree interne, zone dove le scuole sono anche presidi istituzionali.

Adesso la parola passa al Consiglio Provinciale al quale saranno sottoposte le proposte vagliate nell’incontro di ieri: il parere del Consiglio e quindi della Provincia non è però un parere vincolante per il Tavolo tecnico regionale (a sua volta composto da rappresentanti della Regione, dall’Ufficio scolastico regionale e dai sindacati) e l’ultima parola spetterà comunque alla Regione Abruzzo.