Per questo dobbiamo vedere il Vibrata come fosse anche nostro, come fosse un ambiente naturale da osservare anche attraverso passeggiate ecologiche, laboratori didattici per la fauna e micro fauna fluviale, per la flora e gli alberi, attraverso percorsi lungo il greto e le stradine nei pressi dell’argine. Allora potremo osservare alberi come il pioppo,il salice, il sambuco, la robinia. l’acero campestre, il gelso, la quercia, ecc. Tra gli arbusti potremo osservare il biancospino, il prugnolo, la rosa canina, il luppolo, la brionia, il ligustro, il rovo, la canna, ecc.
Tra le varie erbe potremo osservare la vitalba, l’ortica, la garofanaia, la sedanina d’acqua, il cardo di venere, il crescione, l’artemisia volgare, la malva, ecc. Un altro modo di riappropriarsi del fiume è avviare il cosiddetto “Contratto di fiume” che dà attuazione concreta alle disposizioni dell’Unione Europea che indicano agli Stati Membri il raggiungimento di obiettivi strategici alla scala del bacino idrografico (Direttiva Quadro sulle Acque 2000/60 e la Direttiva Alluvioni 2007/60) e degli ambiti territoriali omogenei (in particolare la Convenzione sul Paesaggio, ecc…).
Prendiamo l’esempio dal Comune di Habay in Belgio gemellato nel 2009 con Tortoreto dove da diversi anni è operativo il “Contratto di fiume” e consiste nel mettere tutti gli attori nella valle attorno allo stesso tavolo, al fine di definire consensualmente un programma di azioni per ripristinare i corsi d’acqua e le risorse idriche del bacino. Rappresentanti del mondo politico, amministrativo, didattico, socio-economico, associativo, scientifico, ecc. sono invitati a partecipare a questo processo. Forse è bene cominciare ad organizzare giornate per l’acqua del Vibrata come pure del Salinello con passeggiate, visite botaniche guidate, conferenze, proiezione di filmati, osservazione dei macroinvertebrati con dei biologi nelle zone più accessibili e più interessanti dal punto di vista naturalistico. Michele Ferrante