Una foto in bianco e nero che pone Teramo ancora una volta in ultima fila. È questa in sintesi la valutazione che è emersa dall’incontro che, la Camera del Lavoro di Teramo, insieme alla Funzione Pubblica CGIL e allo Spi CGIL provinciali, hanno avuto con una delegazione di medici ed operatori della Sanità iscritti alla CGIL, per esaminare e valutare il piano di “Reingegnerizzazione della governance sanitaria- Rete Ospedaliera 2019/2021” proposto dalla Giunta regionale.
“Un piano che non fornisce nessuna nuova idea di come riorganizzare il Servizio Sanitario in Abruzzo. Nessuna vera innovazione. Nessuna strategia regionale complessiva che sappia individuare, coniugare e programmare una nuova Sanità territoriale con nuove formule organizzative e specializzazioni di eccellenza”, scrive in una nota Giovanni Tomoteo, segretario della Cgil. “Eppure, le vicende che questi ultimi 16 mesi dovrebbero imporre una riflessione radicale su come sia necessario ricostruire il Servizio Sanitario con un’ottica di efficienza, diffusione e modernità. Dove competenze e nuove tecnologie possano operare dentro assetti organizzativi che ne garantiscano l’efficienza e la disponibilità.
Purtroppo, nulla di tutto questo. Si è preferito fare una fotografia, pure in bianco e nero, dell’attuale rete ospedaliera, mettendo in campo anche alcune variazioni che rischiano di far scontrare i territori piuttosto che farli incontrare su un terreno sinergico nel quale siano organizzate in modo trasversale competenze e specializzazioni.
“Certo, nessuno immagina che il cambiamento possa essere immediato ma le proposte di oggi non guardano avanti e non forniscono nessun progetto sul quale i cittadini abruzzesi possono riporre una motivata fiducia. Inoltre, nella versione attuale, Teramo rischia di essere ancora una volta penalizzata con l’indebolimento di alcune specializzazioni e con un assetto complessivo della rete ospedaliera che conferma una qualità e quantità di specializzazioni, servizi e posti letto inferiore rispetto al resto della regione.
Nella discussione sono stati fatti molti esempi di questi scompensi come la riduzione della rete d’intervento sullo stroke(ictus), la mancanza di un “trauma center”, l’assenza di assistenza pediatrica sulla costa, la riduzione di posti letto in pschiatria, la mancanza di riabilitazione a Teramo e Giulianova. Partendo da questi pochi esempi concreti, tutti i presenti hanno fornito la loro disponibilità ad impegnarsi nella definizione di un quadro completo e puntuale sulle disfunzioni organizzative ed operative individuando anche le necessità del territorio per avere una Sanità adeguata ai bisogni ed ai diritti dei cittadini”.
Per questo, al termine della riunione, si è deciso di proseguire nell’approfondimento del documento regionale con successive riunioni ed incontri anche nei territori per raccogliere valutazioni, contributi ed osservazioni con le quali rappresentare i bisogni dei cittadini teramani e portarli sui tavoli di confronto regionale.