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Rapine in farmacia e tabaccheria: arrestati due fratelli di Martinsicuro

Alba Adriatica. Tre rapine messe a segno in uno spazio ravvicinato. Sempre con la stessa tecnica e con lo stesso modus operandi. Dietro ai colpi in due farmacie (Alba Adriatica e Martinsicuro) e in una tabaccheria di Martinsicuro, c’erano due fratelli (autore materiale e complice) che dopo settimane di indagini e verifiche incrociate sono stati dapprima identificati e poi arrestati.

 

In esecuzione di un provvedimento emesso dal gip del tribunale di Teramo, i carabinieri della compagnia di Alba Adriatica hanno eseguito due misure cautelari nei confronti dei due fratelli rapinatori entrambi di Martinsicuro, rispettivamente di 49 e 59 anni: uno è finito in carcere, l’altro ai domiciliari.

I colpi. In ordine di tempo, la prima rapina era stata messa a segno il 17 maggio alla farmacia Talamonti, in via Roma a Martinsicuro, dove un malvivente solitario con il viso coperto da una mascherina FFP2 e con in mano una pistola si era fatto consegnare dalla giovane farmacista la somma di 2mila euro, per poi darsi alla fuga.
Dieci giorni più tardi stessa scena, sempre a Martinsicuro, con un colpo messo a segno ai danni della tabaccheria Mister Rapid, dove il rapinatore solitario si era fatto consegnare 2200 euro.
Tempo qualche settimana (il 19 agosto), il rapinatore seriale era tornato in azione: questa volta ad Alba Adriatica, nella farmacia Parere, con un colpo da 3600 euro, sempre sotto la minaccia di una pistola.

Le indagini dei carabinieri, attraverso la visione degli impianti di video-sorveglianza, pubblici e privati, hanno consentito di stabilire che il rapinatore solitario si serviva di un complice, che lo aspettava in auto, e che la stessa vettura era stata notata in prossimità delle tre attività prese di mira.
Dalla vettura usata, i carabinieri sono risaliti anche all’identità dei presunti autori delle tre rapine e durante le indagini è stata anche recuperata la pistola usata: un’arma giocattolo alla quale era stato tolto il tappo rosso.
L’informativa dei carabinieri è finita sul tavolo della procura che ha emesso le misure cautelari.