Prostituzione e riciclaggio: ecco come si muoveva la mafia nigeriana sulla costa tra Abruzzo e Marche VIDEO

Dal riciclaggio e all’intermediazione finanziaria con la Nigeria, tratta di giovani donne che finivano sulla bonifica del Tronto (sottoposte a violenze e vessazioni), ma anche cessione di stupefacenti e metodi mafiosi e violenti all’interno dell’organizzazione e nei confronti di cellule antagonistiche, con le quali c’era una vera a propria guerra per accaparrarsi adepti e dunque gestione degli affari illeciti.

 

Una lunga indagine che ha portato a far luce su attività e movimenti dell’associazione “Eiye”, sodalizio equiparato per struttura e capacità di intimidazione alle mafie tradizionali, presente in Nigeria ma con ramificazioni anche in molti strati europei. Tra i quali l’Italia e nel caso specifico attraverso una cellula territoriale “Nest” (nido) anche sulla costa nord della provincia di Teramo e fino alla provincia di Ancona.

Sono 19 i fermi di polizia disposti dalla direzione distrettuale antimafia de L’Aquila, con il coordinamento del sostituto procuratore David mancini ed eseguiti dalla squadra mobile di Teramo, diretta dal vice-questore aggiunto Roberta Cicchetti, con il personale della sezione contrasto alla criminalità organizzata e in collaborazione con la squadra mobile di Ancona.

Gli arrestati. Al momento sono stati eseguiti 15 arresti di cittadini nigeriani, tra Martinsicuro, San Benedetto del Tronto, Grottammare, Jesi, Ancona e Agrigento, mentre altri 4 connazionali sono irreperibili.

L’indagine. L’operazione che ha consentito di smantellare una radicata e violenta organizzazione mafiosa è stata molto capillare e ripercorre il solco di operazioni analoghe nazionali sugli Eiye e ne costituisce approfondimento ulteriore e conferma del radicamento di tali gruppi mafiosi e della rete di relazioni, anche internazionali, che li rende particolarmente insidiosi.

Le persone fermate sono organiche alla cellula locale (Nest) denominata “PESHA” che ha  competenza geografica e territoriale dalla zona costiera della provincia di Teramo fino ad Ancona. L’attività di indagine, che è lo sviluppo di quelle culminate nelle operazioni di luglio 2019 (Operazione “Subjection” in materia di tratta di giovani nigeriane) e  di dicembre 2019 (Operazione the “Travelers” in materia di riciclaggio di ingenti profitti illeciti in Nigeria), ha permesso di accertare che  la suddetta cellula territoriale degli “Eiye”, così come l’associazione mafiosa di cui costituisce una costola, si caratterizza per la “segretezza del vincolo associativo”, la “ritualità dell’affiliazione”, l’adozione di linguaggio e simbologia rigorosi, la violenza delle azioni.

 

Le indagini hanno, infatti, permesso di documentare che il potere intimidatorio del gruppo si sostanziava nella commissione di violente punizioni corporali nei confronti di affiliati non rispettosi delle rigorose regole, nel ricorso all’esercizio di violenza fisica anche per la risoluzione dei conflitti  interni ritenuti di ostacolo alle finalità delinquenziali e di predominio dell’associazione, nel costringere terzi ad affiliarsi anche contro la loro volontà o per opporsi e scontrarsi con cult rivali (come quello  dei “ Black Axe”) al fine di assumere e mantenere il predominio nell’ambito della vasta comunità nigeriana.

Nel corso dell’indagine sono state documentate molte riunioni dei membri dell’associazione che avvenivano prevalentemente, per ragioni di segretezza, nelle abitazioni dei capi. Durante tali riunioni questi (denominati Ibaka) definivano le strategie criminali del gruppo. Nel corso di tali riunioni sono state compiute violente azioni punitive decise dall’Ibaka e sono avvenute affiliazioni, come nel caso di uno degli appartenenti al gruppo che, dopo il violento pestaggio subito, ha deciso di collaborare con l’autorità inquirente.

Sono state documentate aggressioni fisiche da parte dei membri dell’associazione avvenute a Martinsicuro per costringere terzi ad affiliarsi, violenti scontri avvenuti a Pesaro e ad Ancona con gli appartenenti all’opposta confraternita nigeriana dei “Black Axe”, violenze poste in essere in danno di alcune giovani donne, costrette a prostituirsi lungo la SP Bonifica del Tronto, secondo l’ormai noto schema del vincolo di restituzione del debito, imposto tramite rituale juju.

Il fermo è stato disposto in quanto per molti degli indagati era imminente la fuga, visti i contatti con connazionali in Francia, Germania, Belgio, Svezia ed i progetti di espatrio condivisi, anche con loro familiari già dimoranti all’estero.

JOHNSON Osagie residente in Jesi;

ONA Oziegbe domiciliato in San Benedetto del Tronto;

JEGBEFUMA Kelvin, domiciliato in Martinsicuro;

AMAYO Kelly domiciliato in San Benedetto del Tronto;

YOUCEF Keen domiciliato in Jesi:

EGBOGHO Righteous domiciliato in Ascoli  Piceno;

SAMUEL John, domiciliato in Martinsicuro;

OKHUEVBIE Frankly domiciliato in Grottammare;

ENUGO Jesse domiciliato in Martinsicuro;

OMOKHOMOIN Solomon domiciliato in Martinsicuro;

OSAHENI Igbinosa Kelvin, domiciliato in Jesi;

EWANSIHA Ikponmwosa Ede  domiciliato in Jesi (AN);

EHIAGUINAH Prince Michael Osolase domiciliato in Ancona;

CHRISTOPHER  Mark domiciliato in Agrigento;

IGBINEWEKA    Junior alias EWEKA Junior, rintracciato a Galatina

 

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