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Cronaca Teramo

Progetto Enjoy BadLands, il sindaco replica ai consiglieri di Atri Civica: “Nessuna devastazione”

“E’ piuttosto imbarazzante constatare come Giammarco Marcone chieda chiarimenti e si spenda in inutili polemiche che rasentano l’allarmismo se non addirittura il danno d’immagine alla Riserva, specie in questa stagione dato che con Paolo Basilico ha parlato addirittura di devastazione ambientale, avendo egli stesso, nelle vesti di assessore nella passata amministrazione, firmato e quindi approvato tutte le delibere di giunta relative agli interventi”. Con queste parole il sindaco di Atri Piergiorgio Ferretti replica alla richiesta di delucidazioni sollevata dai consiglieri comunali di Atri Civica, Basilico e Marcone, in merito al progetto ‘Enjoy BadLands’ sugli interventi da realizzare nelle strade ricadenti nella RNR Oasi WWF Calanchi di Atri.

“Il progetto è stato portato in Giunta quattro volte – spiega Ferretti – e come si legge nelle relative delibere (la n. 36 del 23 febbraio 2017, la n.73 del 29 aprile 2017, la n. 102 del 29 maggio 2017 e la n.160 del 21 agosto 2017) Giammarco Marcone è stato sempre presente, a differenza mia che in un caso per un impegno personale sono stato assente, e ha sempre espresso parere favorevole. Si tratta di una polemica sterile che danneggia l’immagine della RNR Oasi WWF Calanchi di Atri e che non tiene conto delle esigenze dei cittadini che abitano in quell’area i quali hanno bisogno di una strada sicura per il passaggio dei loro mezzi, dei pulmini scolastici, delle ambulanze e quant’altro. Il progetto ‘Enjoy BadLands’ ha ottenuto tutte le autorizzazioni necessarie: la Soprintendenza in data 12 dicembre 2017 ha espresso parere favorevole ai lavori ritenendo gli stessi compatibili con i valori paesaggistici dell’area e di conseguenza il progetto ha avuto l’autorizzazione Paesaggistica (n. 269 del 2017) rilasciata dal competente Ufficio Urbanistica oltre al parere positivo in merito al vincolo idrogeologico, con il quale la Regione demanda la competenza a questo Comune. Si può essere distratti in una Giunta, ma in quattro è abbastanza singolare”.

“Al di la delle valutazioni politico e amministrative che non sono di mia competenza ritengo utile fare alcune precisazioni dal punto di vista tecnico – dichiara il direttore dell’Oasi WWF Calanchi di Atri, Adriano De Ascentiis – gli attuali interventi fanno seguito a lavori non risolutivi del passato quando, nel 2002, si provò a usare sulle strade carrabili della Riserva un materiale ecologico, che tuttavia oltre a essere composto anch’esso, come la maggior parte dei prodotti di questo tipo, da malte cementizie, non risolse gli annosi problemi legati alla percorribilità delle strade che ricordo sono utilizzate da residenti per arrivare in città nonché dai mezzi agricoli dei piccoli imprenditori dell’Oasi per raggiungere i campi. Tale sistemazione, a detta di chi ha ricoperto l’incarico di direttore della Riserva prima di me e di alcuni residenti in Oasi, non durò più di qualche giorno e la pavimentazione “ecosostenibile” venne dilavata dalle prime piogge e trasportata nelle valli calanchive. A seguito di questo venne effettuata una nuova pavimentazione in cemento che, anche a causa del materiale usato e della mancanza di una rete elettrosaldata, ha dato nel corso degli anni notevoli problemi e ora rappresenta una fonte di disturbo all’ambiente e alla percorribilità delle strade, a causa dei fenomeni di degradazione a cui è sottoposto, con rilascio di polvere e materiale inerte sull’ambiente circostante.

Per queste ragioni, sia i residenti nei vari incontri di partecipazione che abbiamo tenuto per la redazione del piano di assetto che il Comitato della Riserva dei Calanchi composto da tecnici e da associazioni ambientaliste, ha dato indicazioni per l’impiego di risorse economiche al fine di risolvere definitivamente questa problematica. L’aver optato per operazioni di consolidamento delle strade con pavimentazioni in cemento è stata quindi una scelta forzata da parte dei tecnici che hanno redatto il progetto poiché trattasi di strade a forte pendenza percorse quotidianamente da mezzi agricoli e da veicoli dei residenti.

In questo caso non possiamo parlare di danno ambientale, visto peraltro lo scrupoloso iter autorizzativo, ma di giusto compromesso tra la conservazione dei luoghi che non può prescindere, in un’area caratterizzata dalla presenza di aziende che operano nel settore agricolo e turistico, dal recupero di situazioni di degrado che si trascinano da anni e dai processi di partecipazione e confronto che permettono in aree molto particolari come quella dei calanchi la sussistenza di un comparto agricolo custode del territorio, rispettoso dell’ambiente e generatore di microeconomia legata alla trasformazione di prodotti agricoli di qualità in cui la nostra Riserva risulta a tutt’oggi un’eccellenza”.