Le barriere architettoniche e la sala d’attesa come sgabuzzino degli uffici della prefettura a Teramo VIDEO

Riceviamo e pubblichiamo la denuncia di un cittadino teramano che sottolinea come alcuni uffici pubblici della prefettura di Teramo, nella sede in Corso Porta Romana, possano offrire una ospitalità differente agli utenti.

Essere capoluogo di provincia comporta grandi poteri ma anche grandi responsabilità. 

Percui, quando la prefettura di Teramo convoca residenti che distano anche 50 km, specie in mancanza di una adeguata rete di trasporto dalla costa e l’assenza di parcheggi nel centro di Teramo, l’ente che rappresenta il Governo dovrebbe quantomeno disporre di uffici pubblici dignitosi. 

Proprio per questo è stato surreale trovarsi di fronte spazi angusti e potenzialmente pericolosi o luoghi che precludono l’accesso a sedie a rotelle e passeggini. Ironia della sorte, proprio quel giorno una carrozzina di un neonato è stata sollevata e trasportata a mano da volontari.

Ci riferiamo all’Ufficio Cittadinanza e Legalizzazione di Corso di Porta Romana 68 nella sede distaccata della Prefettura. Gli uffici appunto si trovano al 1° piano, presso l’Archivio di Stato nell’ex convento di San Domenico. E anche se la sede è prestigiosa, ciò che interessa all’utente non è certamente l’arcata in mattoncini.

Per raggiungere gli uffici, infatti, bisogna salire una scala molto lunga, e una volta sul pianerottolo incrociarsi inevitabilmente con gli utenti che escono o che prendono il numero o che sono in attesa e pure con il personale costretto a uscire dagli uffici forse per una tecnologia obsoleta. 

E non essendoci barriere di protezione meglio non distrarsi troppo. Non ci sono controlli sul pianerottolo che, in ogni caso, taglia in due gli uffici e la “sala di attesa”. 

I dipendenti, tra l’altro, sono impegnati in altro ambiente e ogni volta escono dall’ufficio con il telecomando per cambiare il numero del monitor per il turno successivo, disponendo probabilmente di un sistema di gestione delle code che non permette di farlo a distanza.

Come se non bastasse, nonostante la “sala di attesa” sia molto stretta viene utilizzata pure come sgabuzzino, non a caso le sedie sono accatastate per fare posto a un contenitore per smaltire i toner delle stampanti, un sacco con l’immondizia, uno scatolone e addirittura dei faldoni contenenti verosimilmente atti sensibili alla mercé di chiunque. 

L’auspicio innanzitutto è quello di far sparire l’immondizia e i faldoni creando le condizioni per sedersime in più di mettere in sicurezza gli ambienti con transenne o qualcosa di più stabile. 

Firmato, un cittadino

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