Sant’Omero. Gli inquirenti erano sulle “tracce” della porta del Bataclan da mesi, con un percorso di verifiche, ricostruzioni e intercettazioni, già da mesi.
La sensazione che l’opera d’arte di Baknsy, potesse trovarsi in Val Vibrata, era diventata tale già dal mese di marzo. In piena pandemia. Poi ieri mattina, il blitz in un casolare nelle campagne di Sant’Omero (zona del Salinello), occupato da una famiglia cinese, ignara probabilmente di quello che era nascosto nel sottotetto. Abitazione, però, di proprietà e nella disponibilità di un cittadino italo-francese, residente a Tortoreto (indagato per traffico internazionale di opere d’arte), che poi era la persona tenuta sotto osservazione dalle autorità italiane e da quelle francesi. Emergono nuovi dettagli (non tutti ancora), legati al clamoroso ritrovamento di una porta di sicurezza del Bataclan: il teatro di Parigi dove nel 2015 si registrò uno degli attacchi terroristici più cruenti della storia recente. La porta, come detto, era riposta nel locale di sgombero dell’abitazione, quasi fosse un oggetto qualunque, senza nessuna protezione o accorgimento particolare.
Questa mattina, a L’Aquila, la procura distrettuale (Michele Renzo e David Mancini), le forze dell’ordine (il colonnello Emanuele Pipola del comando provinciale e il tenente colonnello Emanuele Mazzotta, reggente della compagnia di Alba Adriatica), hanno tenuto una conferenza stampa per ricostruire alcuni dei passaggi legati all’indagine e allo straordinario ritrovamento. Presente anche un rappresentante della polizia criminale francese (Cristophe Cengig) e del nucleo tutela del patrimonio culturale di Ancona.
Traffico di opere d’arte. Il percorso della porta di Bataclan rientra, e di questo gli inquirenti sono certi, si lega al traffico delle opere d’arte rubate e dunque non ci sono collegamenti con il mondo terroristico. Di certo, gli inquirenti hanno seguito in qualche maniera il percorso dell’opera rubata a Parigi, nel gennaio del 2019, per arrivare fino in Val Vibrata, in un casa colonica sulla campagna di Sant’Omero che degrada verso la fondovalle Salinello (in via Pignotti). Ieri mattina, il blitz ha consentito di recuperare la porta (che in una fase successiva sarà restituita alle autorità francesi), mentre le attività di indagini proseguono. Soprattutto per capire in che modo l’opera d’arte sia finita in Italia e verificare se vi possa essere il coinvolgimento di altre persone.