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Pineto, tutela del Fratino: WWF e Legambiente vogliono incontrare il Sindaco

Nascono i primi pulli di Fratino sulla costa pinetese. Questa mattina nel corso di un sopralluogo effettuato dai volontari del Progetto Salvafratino Abruzzo con la ASL di Teramo si è potuto verificare che le uova di un nido presente sul litorale di Pineto si sono schiuse.

Lo fa sapere il WWF di Teramo che sottolinea: “siamo nella fase più delicata del periodo riproduttivo del Fratino: arrivano le prime schiuse mentre proseguono i corteggiamenti e gli accoppiamenti. È quindi necessario prestare la massima attenzione ed evitare qualsiasi disturbo ai Fratini sia da parte dei cani vaganti sia nel corso delle pulizie meccaniche delle spiagge”.

“Nei giorni scorsi si sono purtroppo registrati continui transiti lungo la spiaggia nell’area tra Villa Fumosa e Scerne in un sito con vegetazione litoranea spontanea e dove è segnalata la presenza del Fratino. Per questo WWF Abruzzo e Legambiente Abruzzo hanno scritto una nota al Sindaco di Pineto con una richiesta urgente di incontro”.

La nota di WWF e Legambiente indirizzata al Sindaco Verrocchio 

Nelle ultime settimane si sono registrati una serie di interventi lungo il litorale pinetese particolarmente problematici.

Nello specifico, nel tratto di costa tra Villa Fumosa e Scerne di Pineto si è assistito al transito di numerosi mezzi meccanici che hanno pesantemente inciso sulla vegetazione spontanea litoranea presente. Ciò, oltre a rappresentare una violazione della normativa nazionale e regionale a tutela della vegetazione protetta, costituisce un evidente danno di immagine per un Comune, come quello di Pineto, che giustamente punta da anni sulla tutela del proprio patrimonio naturale anche in termini di promozione turistica.

Va segnalato, peraltro, che proprio nella spiaggia di Villa Fumosa, nell’ambito del Progetto Salvafratino Abruzzo, è stata segnalata, la presenza di un nido di Fratino con tre uova: è stato possibile verificare dalle tracce dei mezzi meccanici che gli stessi nei giorni scorsi sono transitati a pochi metri dal nido.

Attualmente sia il Piano Faunistico-Venatorio che l’annuale Ordinanza balneare, entrambi emanati dalla Regione Abruzzo, contengono specifiche previsioni circa le modalità degli interventi da effettuare sulle spiagge al fine di non compromettere la nidificazione del Fratino e l’habitat di questa specie protetta. Ad inizio della stagione, poi, sempre nell’ambito del Progetto Salvafratino, l’Area Marina Protetta Torre del Cerrano, la Guardia Costiera e il WWF Abruzzo hanno inviato una nota a tutti i comuni con alcune chiare indicazioni circa le disposizioni vigenti in materia e le accortezze da utilizzare nel pianificare e portare avanti le operazioni di pulizia delle spiagge.

Con la presente si chiede pertanto di interrompere qualsiasi operazione che possa mettere a rischio la nidificazione del Fratino e la presenza della vegetazione protetta lungo il litorale pinetese, nonché di verificare cosa sia effettivamente successo e per quale motivo siano transitati mezzi meccanici sulla spiaggia in un’area che presentava una vegetazione litoranea spontanea.

Si chiede inoltre al Comune di Pineto un incontro al fine di confrontarsi su un nuovo modello di pianificazione degli interventi sulla spiaggia che eviti il ripetersi di situazioni come quelle sopra descritte e che riesca a contemperare le esigenze degli interventi di pulizia e rimozione di rifiuti, con quelle di tutela di specie animali e vegetali.

Sull’argomento, è intervenuta anche l’associazione Paliurus ribadendo che: “il tratto di costa tra Villa Fumosa e Scerne di Pineto rappresenta un ecosistema da salvaguardare a prescindere, perché rappresenta uno dei pochi tratti sulla costa abruzzese in cui si conserva una naturalità che invece è ormai persa su buona parte della restante fascia costiera. La presenza di flora spontanea specializzata per vivere su una spiaggia per di più di sassi – flora rara e tutelata anche dalla legge – rende il contesto paesaggistico ancor più prezioso. L’esistenza di una fascia ecotonale, che divide il demanio marittimo dalla retrostante pista ciclopedonale, rappresenta uno spazio indispensabile per la biodiversità (flora, fauna e avifauna) e di conseguenza anche per la nostra vita”, specificano i naturalisti. “Il riconoscimento di questo valore ambientale è fondamentale innanzitutto per la comunità residente a Pineto, che può godere di tali spazi vitali che ne alimentano il benessere: per un centro urbano costiero non è scontato poter fruire di spazi come questo. In secondo luogo, è l’attrattività turistica della cittadina che ne trae giovamento, potendo annoverare diverse tipologie di spiagge da offrire, consolidando anche la sua forte identità ambientale”.

Anche il socio di Paliurus, professor Fabio Conti dell’Università di Camerino, tra i massimi ricercatori specialisti di flora spontanea a livello nazionale, si dice amareggiato e deluso: “la scorsa estate avevo avuto modo di valutare e apprezzare il suo valore floristico e vegetazionale. Abbiamo perso un patrimonio botanico che annoverava piante protette e rare in tutto il medio Adriatico nonostante la segnalazione del sito e la sua proposta di tutela, inviata dallo scrivente alle autorità competenti in data 27.08.2021. Sembra incredibile che anche i brevi tratti residui di vegetazione dunale siano oggetto di opere di ripulitura alla stregua di depositi di immondizia”.

“Come avevamo fatto notare un paio di mesi fa”, prosegue l’associazione Paliurus, “il comune di Pineto si è mostrato attento alla conservazione di questo litorale in occasione della variante al piano demaniale comunale da poco adottato, prevedendo di limitare per ragioni ambientali e naturalistiche l’uso turistico della spiaggia. È evidente che ora dovrà porsi seriamente il problema di individuare chi, ancora oggi, opera sul territorio in barba alle regole, alterando luoghi vincolati paesaggisticamente, aggravando con questi interventi i processi di erosione già in atto e creando un danno di immagine all’identità “verde” della cittadina”.

Alla luce di queste considerazioni l’associazione “Paliurus – natura, storia ed ecoturismo” e l’associazione “Centro di Documentazione sui Conflitti Ambientali – CDCA Abruzzo” hanno depositato degli esposti alle autorità competenti, documentando con attenzione quanto rinvenuto.