Ma dei circa 10mila metri cubi di sabbia che erano stati prelevati al largo con una draga e poi pompati a riva per ridisegnare la linea di costa, non c’è più alcuna traccia. La situazione peraltro è destinata a peggiorare in vista delle prossime mareggiate invernali. Gli operatori turistici locali anche recentemente hanno ribadito al sindaco Robert Verrocchio di accelerare tutte le procedure relative alla realizzazione delle scogliere al largo. La Regione ha già messo in campo un finanziamento di un milione di euro, insufficiente però per risolvere il problema.
Servirebbe un investimento da 12milioni di euro per creare una linea di protezione che vada dalla zona più a nord di Villa Ardente sino a raggiungere la foce del torrente Calvano. Una serie di barriere frangiflutto sistemate al largo. L’amministrazione pinetese si è espressa favorevolmente in Consiglio Comunale su questa scelta, sostenuta dagli stessi balneatori della zona nord.
Un progetto che però non piace ai proprietari di strutture ricettive che si trovano nel tratto di litorale a sud del Calvano. Perché le correnti andrebbero poi ad erodere in questo punto, mettendo a rischio anche la spiaggia antistante la Torre di Cerrano.
Contrario sia ai pennelli, sia alle scogliere rigide al largo l’avvocato Vincenzo Di Nanna che propone invece soluzioni alternative ad esempio la sistemazione di pali in legno, come avviene in Olanda, che lasciano passare i sedimenti ma allo stesso tempo spezzano la forza erosiva delle correnti. Resta però il fatto che una soluzione debba essere trovata prima che sia troppo tardi.