Non hanno creduto ai loro occhi i membri dell’equipaggio di una imbarcazione da pesca della flottiglia di San Benedetto del Tronto intenti a recuperare la lenza del palangaro calato durante la notte. Ad uno degli ami hanno trovato un vero e proprio mostro marino, un pesce preistorico.
Occhi grandi, pelle ruvida e di colore marrone scuro. Immagini impressionanti. Si tratta di un pesce ruvetto che vive negli abissi oceanici, soprattutto nel Pacifico, a profondità che raggiungono gli 800/1000 metri. E’ stato catturato all’altezza di Grottammare, dove il medio Adriatico nel punto più profondo non sfiora i 300 metri.
Come sia stato possibile che una creatura così difficile da incontrare persino nelle profondità oceaniche sia finito nelle tranquille acque dell’Adriatico? Secondo i pescatori, il mostro marino sarebbe arrivato sin qui seguendo le correnti marine e attraversando il canale di Suez. Le carni del pesce ruvetto non sono commestibili. Anzi, sarebbero persino tossiche.
L’animale, della lunghezza di circa 80 centimetri, non è stato chiaramente venduto. Chi lo ha pescato ha inserito foto e video (che vi mostriamo) in vari gruppi social, interessando anche la marineria di Giulianova, per capire di cosa si trattasse, visto che per un paio di ore attorno alla strana creatura c’era un vero e proprio mistero sulla specie ittica di appartenenza. Erano state azzardate varie ipotesi, che potesse trattarsi di un pesce lucertola o di un batofilo nero che però ha dimensioni molto più ridotte.
Alla fine il mistero è stato svelato. Ad occuparsi del pesce preistorico saranno ora i responsabili del centro recupero cetacei di Pescara. Si apre un nuovo scenario nell’ambito della ricerca scientifica sulle specie ittiche che popolano l’Adriatico e sugli strani comportamenti di alcuni pesci oceanici che sembrano aver trovato casa nel Mediterraneo.