Una lenta combustione che avrebbe potuto scatenare un incendio di ampie proporzioni se non si fosse intervenuto tempestivamente con una pala meccanica per rimuovere il focolaio. Un principio di incendio che ha interessato l’ala di sud ovest dei capannoni del Cirsu, negli impianti di Grasciano, le strutture utilizzate come area di stoccaggio dei materiali organici.
L’allarme è scattato in mattinata poco dopo le 7,15 quando alcuni automobilisti che stavano percorrendo la Teramo-Mare hanno notato del denso fumo bianco innalzarsi dagli impianti Cirsu, accompagnato da un odore acre solitamente sprigionato da materiali in fiamme. Fumo e lezzo hanno poi iniziato ad invadere l’abitato di Cordesco, la piccola frazione di Notaresco. In molti hanno telefonato in Comune e chiesto spiegazioni al sindaco Diego Di Bonaventura che è andato sul posto, assieme ad una pattuglia dei vigili urbani, per capire cosa stesse accadendo.
Gli impianti di Grasciano sono chiusi da mesi e un paio di operai sono addetti al controllo dei capannoni. Ed è stato proprio un dipendente del Csa, il consorzio che ha ancora in gestione le strutture del Cirsu, a sottolineare che probabilmente il principio di incendio sarebbe stato generato da un’autocombustione. Una circostanza che non ha convinto più di tanto il sindaco che ha immediatamente chiesto l’intervento dei vigili del fuoco di Teramo, che sino a quel momento non erano stati ancora avvertiti, dei carabinieri e dell’Arta, l’Agenzia Regionale per la Tutela dell’Ambiente.
Sul posto anche il dottor Carmine Guercioni, responsabile del servizio d’igiene della Asl di Teramo e il maggiore Vincenzo Marzo, comandante della compagnia dei carabinieri di Giulianova. L’ufficiale dell’arma, che è stato anche al servizio del Nucleo Operativo Ecologico, ha eseguito personalmente e con i propri strumenti un sopralluogo per accertare la situazione, capire se c’era il rischio che fumi tossici potessero invadere l’area circostante.
I pompieri hanno soffocato il focolaio e avrebbero escluso l’ipotesi dolosa, confermando l’autocombustione delle sostanze organiche. Episodio che accade soprattutto in particolari circostanze, quando i materiali subiscono il processo di fermentazione. La situazione in tarda mattinata è tornata sotto controllo. Quello di stamattina sarebbe il terzo caso di incendio al Cirsu. Nei precedenti due episodi venne accertata la natura dolosa.
Intanto il sindaco Di Bonaventura ha telefonato al vice presidente della Regione Giovanni Lolli sollecitando l’intervento dell’organo competente.
“Qui l’autocombustione è partita con temperature che la mattina sfiorano lo zero termico”, ha detto il primo cittadino di Notaresco, “non oso pensare cosa potrebbe accadere a maggio. Sono stanco di subire passivamente. Chi ha il dovere di intervenire lo faccia. I capannoni vanno liberati dai rifiuti”.