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Cronaca Teramo

Notaresco, formazione delle classi della scuola materna: la lettera

Notaresco. Una lettera-denuncia per evidenziare una situazione che si consuma nella scuola materna di Notaresco. A diffonderla è lo zio di una coppia di gemellini iscritti alla prima classe della scuola materna.

 

Il lungo racconto, che in alcuni passaggi, assume i connotati dal disappunto è stato trasmesso al dirigente scolastico Angela Battelli e al sindaco Diego Di Bonaventura.

Vicenda molto particolare, che con ogni probabilità non si esaurirà come semplice lettera aperta.

 

 

La lettera

 

Mi chiamo Alberto Di Domenico e sono lo zio di due gemelli di 3 anni che quest’anno dovranno frequentare il primo anno della scuola dell’infanzia a Notaresco. Mi è stato riferito da mia sorella e mio cognato (genitori dei gemelli) che i bimbi di 3 anni sono 29 e sono stati divisi in 3 classi: 20 sono stati assegnati ad una classe composta esclusivamente da bambini di 3 anni, mentre i restanti nove (inclusi i miei nipoti) sono stati divisi in due classi “miste”.

 

Scrivo qui perchè durante i colloqui intercorsi tra la dirigente, le maestre e le famiglie dei bambini è stato più volte spiegato che l’aver frequentato l’asilo nido comunale a Notaresco è stato considerato un titolo privilegiato per l’assegnazione alla classe omogenea dei 20 bambini di 3 anni: praticamente tutti i bambini che hanno frequentato il nido sono stati assegnati alla classe omogenea, mentre i restanti posti sono stati assegnati a sorteggio.

 

 

 

Non mi soffermo qui, non essendo la sede giusta, sulla vastissima letteratura scientifica che ha indagato le differenze nei risultati educativi ottenibili in classi omogenee ed eterogenee. Mi preme però sottolineare che tali differenze (ci sono pro e contro in entrambe le modalità) sono evidenti, ben documentate e riconosciute dalla comunità scientifica internazionale.

 

La decisione della dirigenza del plesso di utilizzare una doppia modalità di assegnazione (cooptazione diretta per i bambini del nido ed estrazione per tutti gli altri) ha gettato scompiglio nella nostra piccola comunità.

 

I genitori dei bambini finiti nel “tritacarne” dell’estrazione hanno la sensazione netta di aver subito un torto. In questo modo è stata creata una classe percepita di “serie A” o “VIP”, mentre le soluzioni pensate per i restanti bambini sono considerate di “serie B”. La divisione in classi “A” e “B” è una conseguenza diretta della doppia modalità di attribuzione: perché non si è scelto di utilizzare la modalità dell’estrazione per tutti i bambini? Perché le famiglie che non hanno potuto (per motivi economici) o voluto mandare i propri figli al nido comunale non hanno avuto modo di esprimere una preferenza sulla selezione delle classi omogenee/disomogenee?

 

 

 

Mi è stato riferito dai genitori (e ne ho ascoltati diversi), che la preside ha loro risposto che la scuola è “sua” e che pertanto la decisione spetta a lei. Tutti questi genitori sono pronti a prestare testimonianza. Ho asciugato io stesso le lacrime della madre di un bimbo con disabilità certificata che si è sentita profondamente ferita da questa volontà di non-dialogo, arrivando a sostenere di essere stata discriminata.

 

Sono certo che l’emotività del momento ha portato tutti ad utilizzare toni “accesi”, ma vorrei in questa sede affermare con forza che la scuola non è di nessuno in particolare, ma che deve anzi essere considerata la casa di tutti.

 

La comunità delega agli istituti scolastici il difficile compito di educare e formare i propri figli, e per poterlo fare al meglio è necessario che docenti e genitori condividano, in un clima di fiducia, un patto educativo basato sul rispetto ed il sostegno reciproco. La scuola è nostra, di tutti, perché ad essa sono affidate le nostre speranze per il futuro!

 

La direzione del plesso, inoltre, sostiene di aver sorteggiato a porte chiuse l’assegnazione dei bambini alle classi. Esistono dei verbali di questo sorteggio? Sono stati protocollati? Con quale numero? C’è qualcuno che non faccia parte del personale scolastico o parascolastico che ha potuto assistere? Perché non si è scelto di agire nella trasparenza, invitando a partecipare i genitori? L’opacità della procedura, insieme alla doppia modalità che ha garantito una “corsia preferenziale” ai bimbi del nido, ha incrinato il rapporto fiduciario scuola/genitori che è alla base di un sistema scolastico “sano”.