“Il milione e trecentomila euro che il Comune di Nereto ha incassato dallo Stato nei mesi di settembre ottobre e novembre 2017 (quindi ben prima che si fosse insediato il Commissario Prefettizio perché l’azione di riscossione è stata effettuata dall’amministrazione Di Flavio, ndr), “, sottolinea l’ex sindaco, “non ha causato alcuna mancata spesa da parte del Comune proprio perché era stato inserito nei bilanci di previsione. Il ritardato incasso ritardato non ha prodotto alcuna sofferenza di cassa né anticipazione di tesoreria che avrebbe comportato il pagamento degli interessi”.
Nell’immaginario comune, infatti, sembra essersi fatta strada l’idea che la somma, incassata solo di recente, abbia privato la cittadinanza di fondi.
“E le prove sono nei bilanci visibili sul sito del Comune di Nereto”, prosegue, “l’amministrazione uscente ha consegnato al Commissario una situazione di cassa florida con oltre 2 milioni di euro disponibili.
Se proprio si vuole far sapere cosa ha inciso negativamente sulla possibilità di spesa per servizi ed opere pubbliche dell’amministrazione allora bisogna citare i quasi 700.000 euro, tra debiti fuori bilancio (per lavori, avvocati e rifiuti) e “fondo rischi contenzioso” (per la gestione degli ex LSU) che la stessa amministrazione ha dovuto pagare nei suoi tre anni di governo per le discutibili scelte fatte dagli amministratori precedenti che oggi si atteggiano a paladini del buon governo.
Questi sono le vere risorse tolte ai cittadini per soddisfare le loro necessità e non il milione e 300mila euro che sono stati spesi “per” e “sul” territorio di Nereto”.