Nereto. Un atto di transazione, non certo il primo, per definire la questione della zona industriale di Nereto. Nei giorni scorsi il sindaco di Nereto, Daniele Laurenzi, ha definito il pagamento con due società e un privato con due assegni per complessivi 80mila euro e relativi spese legali. Oltre 130mila euro per chiudere la partita.
E lo stesso sindaco è tornato a rimarcare questo aspetto, parlando di soldi sottratti al bilancio comunale che potevano essere destinati ad altre finalità.
“Il Comune di Nereto, in passato, era “specializzato” nella vendita di cose altrui, questa vicenda andava avanti dal 2005 quando il Comune, non avendo perfezionato la procedura di esproprio, assegnava e vendeva (con atto notarile) un terreno situato nella nuova zona produttiva, ad una ditta, senza avere la proprietà dello stesso e senza indennizzare il legittimo proprietario”, sottolinea il sindaco. “Ricordo che un esproprio per pubblica utilità necessita di un piano degli investimenti (avere i soldi,) inoltre un altro preciso adempimento di legge era quello di versare (sempre gli stessi soldi) a Cassa Depositi e Prestiti. In passato nulla di tutto ciò è stato fatto: il piano degli investimenti non c’era e non c’è traccia dei soldi che dovevano essere vincolati e accantonati.
L’agire politico e amministrativo si determinava senza il rispetto delle norme di legge. L’atto pubblico che ho firmato, ora per allora, ha per oggetto la cessione del terreno, mai effettuata. Purtroppo sono ancora tanti i contenziosi urbanistici che espongono la nostra comunità”. Per la nuova zona produttiva, nel corso degli anni, l’Ente si è fatto carico di altri contenziosi e ne restano in piedi alcuni, tra i quali quello da 3milioni di euro per il quale il Comune, condannato in Appello, ha impugnato la sentenza in Cassazione.