Mosciano piange Lucio Palandrani: ‘l’ultimo vero poliziotto’

Mosciano. Si è spento per un brutto male, questa mattina, nella sua abitazione di Selva Piana, Lucio Palandani.

Dopo una lunga e valorosa carriera nelle forze di Polizia, Lucio Palandrani è stato sconfitto da un tumore all’età di 73 anni.

Lascia la moglie Faustina e i figli Giuliana, Ludovica e Andrea. I funerali saranno celebrati domenica 25 maggio, alle ore 16, nella chiesa di Selva Piana.

IL RICORDO EMOZIONANTE DEL COLLEGA LUCIANO PACINELLI:

L’ultimo sorriso di un vero uomo, ultimo vero poliziotto.

L’ultimo sorriso che ricordo di Lucio è stato quando mi comunicò che a luglio sarebbe diventato nonno ma non ce l’ha fatta. Lucio Palandrani, ci ha lasciati all’età di 73 anni, nella sua casa di Selva Piana di Mosciano sant’angelo. Era un sorriso il suo, di quelli veri, che vengono dall’ intimo. E di sorrisi veri Lucio Palandrani, storico ispettore della polizia di stato a Teramo, ne riempiva la  giornata seppur  intensa e laboriosa. Un po’ lo faceva per sdrammatizzare i momenti un po’ più penosi ed un po’ perché ne aveva vista così tanta di vita che ti richiamava all’essenza, come per dire che anche nel momento piu’ difficile, intristirsi e disperarsi, pur se forse libera, non aiuta più di tanto. Sorriso vero di uomo vero, perciò quando ti incontrava e ti canzonava non si poteva far altro che rispondere con allegria, andando subito all’essenziale del rapporto. Quanti rapporti e quante relazioni… di amici ne aveva tanti… A fianco a quelle umane ci sono stati i rapporti e le relazioni di polizia che lui, ultimo sottufficiale del vecchio codice di procedura penale nella redazione, usava accompagnare con il ritmo della barra delle maiuscole quando ancora c’era la macchina da scrivere. Con il verbalizzato ne veniva fuori un quadretto misto di cadenze e movimento perentorio e ilare quasi a sottolineare che anche con l’inchiostro si scrivono pagine di vita. Con Lucio se ne va un altro pezzo di storia della polizia. Arruolatosi nel 1967 era stato a Nettuno, Napoli, Milano, Piacenza e dal 1975 all’80 gli anni di piombo, alla Digos di Roma dove si era occupato delle indagini relative al sequestro e l’uccisione del presidente della DC Aldo Moro, vicenda che lo toccò profondamente è umanamente. Con il trasferimento alla questura di Teramo, dove diventa uno dei punti di riferimento per la squadra mobile, inizia il nuovo periodo, quello del cuore e degli affetti. Con Faustina coronano il loro amore con tre figli: Giuliana, Ludovica e Andrea che assorbono in toto, ben ripagate, tutte le sue energie. Dal 1990 fino al 95 anno del suo pensionamento l’ispettore fu responsabile della istituenda sezione di polizia giudiziaria presso la Procura della Repubblica, costituita con l’avvento del nuovo Codice di Procedura Penale. Nelle aule di giustizia non era raro imbattersi in scene in cui gli imputati, vecchie conoscenze, lo salutavano  a volte ricordando qualche scappellotto a mo’ di pacca bonaria ricevuta a fin di bene riconoscendogli in tal modo lealtà, umanità, comprensione, disponibilità, tutte doti che non glu difettavano. All’ufficio un collega lo ricorda come un fratello  un altro come un maestro, ultimo poliziotto di strada e di vita. Nella confusione dei valori in cui spesso cadiamo, Lucio Palandrani è un esempio di vita per tutti. Ha saputo vivere e lavorare con passione amore e rispetto alla vita con obbedienza ad un’etica rigorosa ma sempre umana che è l’essenza più intima del vivere. Così Lucio, dopo una lotta di pochi mesi con un tumore inscalfibile e ostinato, ci lascia alle 8 di mattina, ora in cui si era soliti prendere servizio in ufficio. Ora altri incarichi lo attendono, Prima di tutto quello di custodire dall’alto la sua splendida famiglia ed il suo nipotino in arrivo. Insieme ad essa non smetterà di illuminare tutti e ognuno, specie i colleghi e gli amici, di cui ha saputo guadagnare stima e gratitudine, con il suo affabile e bonario intimo sorriso. Quel sorriso che ci porteremo per sempre dentro come ultimo regalo di un uomo e amico sincero.

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