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Cronaca Teramo

Mosciano, convegno per tracciare un bilancio del primo anno della Rianimazione aperta

Un convegno, che si terrà sabato 24 novembre al Blue Palace di Mosciano S.Angelo, organizzato per condividere i risultati ottenuti,  a un anno di “apertura” della Terapia Intensiva a Teramo. Per Terapia Intensiva “aperta” si intende una struttura di cure intensive dove sono stati aboliti i limiti all’accesso per i familiari e i visitatori. Limiti di natura temporale (in una TI “chiusa” di solito i parenti entrano solo per massimo due ore al giorno), relativi alla vestizione (quando si entra bisogna indossare camici, guanti, mascherine ecc.), relativi alla relazione tra medici e familiari (di solito le informazioni ai parenti si danno solo una volta al giorno e in orari ben definiti), e svariati altri.

Le Terapie Intensive “chiuse”, sono di fatto reparti blindati e, per i familiari, comprendere la condizione di gravità del proprio congiunto è ancora più difficile se, dietro quella porta, non si può vedere e non si può toccare il proprio caro.

E’ invece scientificamente provato che la liberalizzazione dell’accesso alla TI per familiari e visitatori, non solo non è in alcun modo pericolosa per i pazienti, ma è anzi benefica sia per loro sia per le famiglie. In particolare l’“apertura” della TI non causa un aumento delle infezioni nei pazienti, mentre si riducono in modo significativo le complicanze cardio-vascolari e gli indici ormonali di stress.

Un ulteriore effetto positivo è rappresentato dalla netta riduzione dell’ansia nei familiari. Secondo consolidate esperienze in ospedali esteri, il libero accesso ai reparti di Terapia Intensiva migliora la qualità del ricovero dei pazienti e facilita l’instaurarsi di un rapporto di fiducia tra la famiglia e i curanti.

All’Ospedale di Teramo, con un progetto regionale pilota, da un anno la Terapia Intensiva (Rianimazione; ndg) si è trasformata in Rianimazione aperta.

Il progetto di umanizzazione del reparto ha intrecciato nuove procedure e regole che garantiscono la sicurezza di cure estreme. Inoltre, la presenza di uno psicologo, un fisioterapista e un biologo ha permesso al personale medico e infermieristico di integrare un servizio che vede più di 300 ricoveri annui    

Il convegno di sabato prossimo è dunque una buona pratica di diffusione dei risultati che si sono ottenuti con l’apertura. La fiducia e la collaborazione, nei momenti estremi, richiedono l’utilizzo di tecniche mediche d’avanguardia e di procedure scientifiche in cui anche la comunicazione va calibrata con umanità.