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Montorio, sit in contro la chiusura della scuola gestita dalle suore passioniste

I genitori della Scuola dell’Infanzia Paritaria “San Gabriele” di Montorio al Vomano dicono no alla chiusura, dopo 60 anni di attività, della struttura gestita dalle Suore Passioniste.

Per questa ragione, i genitori hanno indetto per questa mattina, dalle ore 11 alle ore 13, un sit in davanti all’istituto, ingresso largo Tom Di Paolantonio, con un punto di raccolta firme.

Saranno presenti, oltre ai genitori dei bambini, l’Amministrazione Comunale, la Parrocchia di San Rocco, gruppi religiosi e cittadini che non condividono la scelta, presa dalla Congregazione delle Suore Passioniste di San Paolo della Croce, di chiudere la scuola dell’Infanzia Paritaria e riportare le Suore Passioniste nella sede romana della Congregazione.

“Si tratta di una decisione presa già da tempo – spiegano i genitori – per varie ragioni, fra cui i problemi strutturali accampati dalle Passioniste, tuttavia già rassicurate la scorsa estate dagli ingegneri Antonio Masci e Caterina Mariani, rispettivamente messi a disposizione dalla Curia Vescovile e dall’Amministrazione Comunale, che hanno assegnato all’edificio a seguito di un sopralluogo un esito di agibilità “A”. Esito che ha permesso la riapertura dell’edificio, dove tuttora la comunità Passionista vive. Pertanto – concludono i genitori – quello dell’inagibilità del terzo piano dell’edificio, tra l’altro ristrutturato dopo il terremoto dell’Aquila e riaperto nel 2014, è un pretesto. Così come l’elevato costo di gestione avanzato, sempre la scorsa estate, dalle Passioniste. La Scuola dell’Infanzia, infatti, si autofinanzia con le rette dei bambini e attinge anche, in qualità di scuola paritaria, a fondi statali. A questo va ad aggiungersi la disponibilità dell’Amministrazione Comunale e della Curia vescovile, che avevano offerto sostegno economico e logistico”.

Accanto ai genitori si è mobilitata un’intera comunità, che certamente non dimentica come l’edificio sia stato donato alle Suore Passioniste dall’allora arciprete don Fioravante.

Anche il parroco don Paolo Di Domenico, dal canto suo, esprime rammarico per la decisione della Congregazione, poiché “per Montorio, a motivo del loro carisma, le Suore Passioniste oltre ad essere una presenza formativa cristiana importante per i bambini, rappresentano anche una preziosa collaborazione pastorale, in quanto curano il catechismo per i ragazzi che si preparano alla prima comunione e alla cresima. Inoltre, si occupano dell’animazione liturgica, della pastorale agli anziani e ai malati affiancando i ministri straordinari per portare la comunione eucaristica a quanti sono impossibilitati a partecipare alla messa”.

L’invito del parroco alla Madre Generale, alla Madre Provinciale e all’Economa è quello di “considerarsi parte integrante della Chiesa stessa, poiché a Montorio per tradizione si gode di una buona collaborazione di servizio”, e a non considerarsi “semplici burocrati amministratori di immobili. Prima di una relazione tecnica, presentata come motivazione per chiudere la scuola e trasferire le Suore in altre sedi, vengono i bambini, con un volto, un nome e i loro diritti, poi le famiglie e, infine, le ferite che la cittadina di Montorio si porta con il terremoto del 2009 prima e del 2016 dopo. Non è una bella testimonianza di Chiesa –  conclude don Paolo – la chiusura della Scuola dell’Infanzia che ha visto crescere intere generazioni e l’abbandono della vita parrocchiale da parte della Congregazione Passionista, che a Montorio ha sempre goduta altissima stima e beneficenza>>.

Per il sindaco di Montorio Fabio Altitonante “la scelta di chiudere la scuola motivo di grande preoccupazione. La scuola paritaria dell’infanzia di “San Gabriele” è un’istituzione storica per Montorio. Molte famiglie si sono rivolte al Comune, lanciandoci un grido di allarme che abbiamo raccolto, perché crediamo nel valore sociale, oltre che spirituale, che la scuola rappresenta per la nostra comunità. Il nostro Comune è sia nel cratere del terremoto 2009 sia in quello del 2016-2017 e la sua popolazione, soprattutto quella più fragile, ha bisogno oggi più che mai di essere supportata dalle Istituzioni. Dopo i due eventi sismici – e il conseguente spopolamento – abbiamo circa 8.000 residenti, di cui 400 bambini in età compresa tra 0 e 6 anni”. Anche per il primo cittadino “non è sostenibile la tesi dei problemi strutturali e, se la motivazione è economica, come Comune ci siamo detti fin da subito pronti ad aiutare la scuola. Ho scritto personalmente alla Madre Generale delle Suore Passioniste di Roma e al Consiglio di ripensare questa decisione, non abbandonando un Comune già tanto distrutto nell’economia e nei sentimenti. Sono inoltre in contatto costante con il nostro vescovo, Monsignor Lorenzo Leuzzi”.