Il contratto nazionale dell’industria metalmeccanica, firmato nel 2016 da FIM CISL, FIOM CGIL e UILM UIL con Confindustria, è scaduto lo scorso mese di dicembre.
Nonostante non sia stato ancora rinnovato, anche per l’anno 2020 è previsto che le aziende versino ai lavoratori una quota annua di 200 euro a titolo di “welfare contrattuale”.
Ogni lavoratore avrà quindi a disposizione 200 € da spendere in base alle modalità che saranno contrattate in azienda, ad esempio tramite buoni acquisto o buoni benzina. In alternativa i lavoratori potranno destinare questi importi alla previdenza integrativa o al fondo sanitario.
Questa novità è stata introdotta nell’ultimo contratto nazionale e rappresenta, a tutti gli effetti, un diritto dei lavoratori, al pari di retribuzione e altre voci contrattuali (come la copertura sanitaria di Mètasalute e il fondo pensione Cometa).
“Uno dei diritti conquistati grazie all’importante mobilitazione sindacale del 2016, con scioperi e manifestazioni provinciali e nazionali. Una mobilitazione necessaria per dare una risposta, seppur parziale, alla necessità di avere risorse per i lavoratori”, si legge in una nota congiunta delle segreterie provinciali di Fim Cisl e Fiom Cgil.
“Un diritto conquistato dai lavoratori e non certo un’elargizione spontanea di aziende “illuminate” come, in provincia di Ascoli, stanno cercando di far credere delle importanti aziende spalleggiate da alcuni amministratori locali, a partire dal Sindaco del capoluogo.
Alla politica teramana, quindi, l’invito a non seguire su questo terreno scivoloso i colleghi marchigiani, ma di uscire dal letargo e di occuparsi dei problemi di tenuta produttiva ed occupazionale delle industrie della provincia. È necessario che, da subito, si lavori, tutti insieme, per costruire un futuro che parli di ripartenza e non di nuove crisi”.