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Medici di famiglia sotto attacco: 49 dottori di Teramo scrivono al Presidente dell’Ordine

I medici di famiglia della provincia di Teramo non ci stanno ad incassare gli attacchi mediatici e scrivono al Presidente dell’Ordine dei Medici provinciale, dottor COsimo Napoletano.

Egregio Presidente,
in qualità di Medici di Famiglia della provincia di Teramo, siamo qui ad esprimere preoccupazione ed indignazione per i numerosi e reiterati tentativi di screditare la nostra categoria professionale.

Da 8 mesi, dall’inizio della pandemia, combattiamo in prima linea prodigandoci alacremente.
Il nostro contributo professionale è fondamentale per il funzionamento della macchina anti-Covid19.
Con tutti i i rischi annessi, ed a testa bassa, senza mai fermarci, combattiamo la nostra battaglia, con dovere professionale e deontologico.
Ne è prova tangibile il fatto che, tra tutte le categorie mediche, quella che ha pagato il più caro prezzo, è proprio la nostra, che conta tra le proprie file, circa 70 morti su un totale di ben 202.
Un motivo ci sarà.
Ma “i morti non fanno rumore…” diceva Ungaretti, e facilmente passano nel dimenticatoio.

Ma non è più tollerabile, Egregio Presidente, assistere passivamente ad attacchi frontali che provengono da più parti, e che nella seconda ondata ci hanno trasformati nel capro espiatorio su cui addossare tutte le colpe del mezzo fallimento del sistema addetto al controllo della pandemia.

Sono parole sagge e tristemente vere le riflessioni scritte da un Suo collega, il Presidente dell’Ordine dei Medici di Firenze, ed affidate ad un comunicato stampa, con il quale ha stigmatizzato tutte le critiche rivolte ai Medici di Famiglia, prendendo, apertamente e senza esitazione, la loro difesa.
“Nei mesi di relativa quiescenza della pandemia (da giugno a settembre) è mancato totalmente il potenziamento della medicina del territorio.
(omissis)…. i contratti USCA sono stati fortemente ridotti. I medici di medicina generale sono oggi pressati e travolti dalle richieste di aiuto dei propri pazienti che non riescono a soddisfare nella loro totalità.”

Una sintesi perfetta! La conseguenza del mancato potenziamento della medicina territoriale, è il caos a cui oggi tutti assistiamo.
Da questi presupposti, nascono deprimenti talk-show televisivi di infimo livello, dove giornalisti, dai nomi altisonanti, denigrano l’operato del Medico di Famiglia;
oppure leggiamo articoli di chi, dall’ alto della propria ignoranza in materia di sanità, si autoproclama consigliere e suggeritore degli Organi Sanitari Manageriali della nostra ASL.
E’ il caso di un post apparso a Teramo, pochi giorni fa, su un social ad opera di chi ha deciso di criticare la classe dei Medici del territorio apertamente e con affermazioni pubbliche, inesatte e fuorvianti.
Nessuno deve e può arrogarsi il diritto di accusare a priori, pubblicamente, l’operato di una intera categoria di Medici di Famiglia, della Continuità Assistenziale e Medici dell’USCA, quest’ultimi additati con ironico disprezzo, come:
“RAGAZZETTI LAUREATI…… CON POCA O NULLA ESPERIENZA E COMPETENZA” e colpevolizzati di “FARE I TAMPONI CON GRANDISSIMO RITARDO”.
Purtroppo, l’accusatore solitario non sa che l’USCA, a tutt’oggi, almeno nel nostro territorio, non esegue i tamponi.
Ma tanto nessuno lo redarguirà e potrà continuare, liberamente, ad esprimere le proprie errate opinioni, apportando altri danni alla dignità professionale di una intera categoria di Medici.
Ed è proprio questo che noi vogliamo non accada mai più.
Immagini, Egregio Presidente, quale erronea convinzione si inculca nella mente dell’utenza che legge certe affermazioni bugiarde e disdicevoli.

Noi Medici di Famiglia, unitamente a tutti i Colleghi che operano sul territorio, meritiamo rispetto, perché rischiamo la vita esponendoci quotidianamente al contatto ravvicinato con un nemico biologico invisibile, e svolgiamo la nostra missione con totale spirito di abnegazione.
Inoltre, Egregio Presidente, non va dimenticato, ma anzi va ribadito e sottolineato, che abbiamo assecondato tutte le numerose richieste lavorative che ci sono state fatte ed anche imposte come:
-la reperibilità giornaliera per 7 giorni a settimana, senza interruzioni, fatta a distanza tramite strumenti telematici
-la sorveglianza dei pazienti in isolamento,
-i modelli INPS per la quarantena e l’isolamento,
-la gestione dei pazienti fragili,
-l’esecuzione dei test sierologici alla riapertura delle scuole,
-nonché, ultima richiesta arrivata, l’esecuzione dei tamponi che a breve inizieremo.

Ci accusano di non eseguire visite a domicilio ai pazienti Covid. L’USCA è stata istituita proprio per gestire i pazienti sospetti o Covid accertati al loro domicilio, con l’intento di alleggerire il carico lavorativo di noi Medici di Famiglia, già gravati da numerosi altri compiti, ma soprattutto per ridurci il rischio di esposizione considerato che, un numero elevato di contagi nella nostra categoria, provocherebbe serie ripercussioni sull’assistenza sanitaria territoriale.
Dei 40.000 casi giornalieri di pazienti Covid-positivi, la stragrande maggioranza, circa il 90%, rimane al proprio domicilio e sul territorio.
Ci domandiamo, chi segue questa utenza, se non noi, Medici di Famiglia unitamente alla Continuità Assistenziale ed alle poche USCA che in realtà dovrebbero essere ben 4 volte più numerose rispetto agli attuali numeri ?
Bisogna essere volutamente “ciechi e sordi” per non fare certi semplici ragionamenti ed ovvie deduzioni.

Siamo considerati i responsabili degli accessi impropri al Pronto Soccorso, senza pensare essi dipendono esclusivamente da cattive abitudini dell’utenza, consolidatesi nel tempo.
Chi si rivolge al PS spesso lo fa senza consultare il Medico di Famiglia, sapendo di poter ottenere visite ed accertamenti in tempi rapidi e gratuitamente, senza passare attraverso le lunghissime ed estenuanti liste di attese della prenotazione ordinaria.

E’ un gravoso carico lavorativo quello della gestione della pandemia sul territorio, per tutti, Medici, Dirigenti ed Amministrativi, che si è sommato al nostro lavoro ordinario che non abbiamo tralasciato, come le vaccinazioni anti-influenzale, la gestione dei pazienti con patologie croniche ai quali regolarmente vengono effettuate visite periodiche programmate, la gestione delle urgenze, che spesso affrontiamo pur sapendo che l’urgenza, sul territorio, non ci compete, e senza dimenticare, infine, la sconfinata attività burocratica-amministrativa che è lievitata a livelli esponenziali negli ultimi mesi.

Eppure, per qualcuno, tutto questo enorme impegno lavorativo non basta.
Noi non abbiamo il privilegio di poter chiudere gli studi, di ridimensionare o rinviare le visite a data da destinarsi.
Noi continuiamo incessantemente a visitare i nostri pazienti senza indugi.
Noi non abbiamo percepito alcun tipo di incentivo economico a sostegno e potenziamento della nostra professione nella battaglia contro il Covid. Non lo abbiamo chiesto, né lo pretendiamo;
l’impegno professionale, di fronte a tragedie umanitarie come l’attuale emergenza, deve essere dato scevro da ogni mero interesse economico.
All’inizio ci siamo dovuti adoperare per procurarci i DPI a nostre spese, perché i costi per i DPI, da fornire ai Medici di Famiglia, non potevano essere inseriti nel bilancio della pubblica Amministrazione!
Siamo liberi professionisti, purtroppo, al servizio dello Stato quando serve, ma non siamo considerati parte dello Stato quando non conviene, e come tali, non ci toccano le armi con cui difenderci!
DPI che poi sono fortunatamente arrivati grazie anche al nostro Sindacato FIMMG ed a codesto Ordine dei Medici che Lei rappresenta e che noi, doverosamente, ringraziamo.
DPI quelli fornitici, che non sono comunque adatti, perché non perfettamente conformi, a poter visitare un paziente Covid positivo, in ambulatorio o al domicilio, né a poter eseguire un tampone in tutta sicurezza.

Se ci sono colleghi che non rispettano le norme e le regole deontologiche professionali, vanno identificati e perseguiti, ma non possono singoli casi isolati di mal costume professionale, essere motivo per screditare una intera categoria professionale.

Certi che Lei, Egregio Presidente, unitamente ai Colleghi tutti dell’Ordine, concordi pienamente con le nostre convinzioni, chiediamo un Suo intervento pubblico, affinchè si ribadisca, con fermezza e decisione, l’importanza dell’opera professionale svolta dai Medici di Famiglia e del Territorio, e prendendo apertamente le distanze dalle affermazioni pretestuose, inesatte e denigratorie rivolte alla nostra classe Medica.

Con osservanza, i Medici di Famiglia (di seguito l’elenco nominativo dei Medici firmatari)

ELENCO NOMINATIVO MEDICI DI FAMIGLIA FIRMATARI

Dr Battestini Marco
Dr. De Berardinis Giuliano
Dr Staffilano Nicola
Dr.sa Prosperi Mariapia
Dr.sa Maraessa Roberta
Dr. Florà Antonio
Dr.sa Alonso Santa
Dr.sa Morelli Lucia
Dr.sa Spatocco Marina
Dr. Scardecchia Umberto
Dr Panunzio Maurizio
Dr.sa Angelini Paola
Dr. Di Battista Luciano
Dr. Pallini Vincenzo
Dr.sa Ferri Francesca
Dr.sa Fioravanti Clara
Dr.sa Di Sabatino Giovanna
Dr. Arboretti Franco
Dr.sa Faiazza Franca
Dr. Di Giacomo Giuseppe
Dr Liberatori Pasquale
Dr. Malvezzi Marco
Dr.sa Di Sante Alessandra
Dr. Ciutti Gabriele
Dr Di Giovanni Antonio
Dr. Picchini Franco
Dr.Di Carlo Sabatino
Dr.sa. Lelii Annamaria
Dr. Di Giovanni Andrea
Dr.sa Cingoli Paola
Dr. Sacco Mauro
Dr.Testa Primo
Dr.sa Filiani Maria Luisa
Dr.sa Novelli Stefania
Dr Rampa Graziano
Dr. Settimii Tarcisio
Dr Marcone Vincenzo
Dr. De Laurentii Silvestro
Dr.sa Vasanella Angela
Dr. DI Filippo Partenope Gianp.
Dr.sa Tuttolani Mariapia
Dr. Caporale Garibaldi
Dr.De Bernardini Dante
Dr.sa Marini Vincenzina
Dr.sa Del Giovine Desiree
Dr Santoni Nicolino
Dr.sa Di Cristofaro Simonetta
Dr Costantini Carlo
Dr Feliciani Franco